I lettori ci scrivono

La Letteratura come funzione politico-sociale: insegnamento tra gli insegnamenti

Narrare storie è necessario alla sopravvivenza umana tanto quanto l’aver scheggiato la pietra per trarne fuori strumenti ed armi: è l’immaginazione a farci abitare il mondo, ed in questo, c’è poco da dire e, piuttosto, molto da dare! Ciò che inventiamo, sia pure fittiziamente, si mescola al nostro vivere quotidiano come ipotesi per abitare il caos del mondo: un filo che consente di affrontare il labirinto della vita, dandogli un senso, come quello salvifico di Arianna, modello di esemplare determinazione al femminile, nel consueto nome di una donna. La finzione, allora, sollecita gli ideali, facendo sì che i sogni si facciano inveramento, laddove la realtà, nel thriller del quotidiano, è solo allucinazione ipnagogica. E a carte scoperte, o sudate, faccia il lettore, il meglio è in un buon cassetto di letteratura, mentre il peggio è riposto nel cassonetto della mala gestio politica. Ecco perché le lettere vanno maggiormente incoraggiate, perché sono l’abbiccì dell’anima di un Paese. Scriviamocelo sempre con caratteri cubitali, per caratterizzarci ancor di più nel carattere, in una funzione che ha la migliore delle variabili! Diversamente si corre il rischio di negare la propria identità attraverso la parola derealizzata e a grado zero di significato, di valenze e irraggiamento. Mettiamolo per iscritto, giacché la penna ha sempre avuto una buona lingua!

Si scrive per popolare il deserto… per non morire…
per essere ricordati e per ricordare… anche per dimenticare…
anche per esser felici… per far testamento… per giocare…
per scongiurare, per evocare… per battezzare le cose…
per surrogare la vita, per viverne un’altra…
per persuadere e amorosamente sedurre… per profetizzare…
per rendere verosimile la realtà…
Tante sono, suppergiù, le ragioni per scrivere.
Una di più, ma forse una di meno (non ho contato bene),
delle ragioni per tacere.
(Gesualdo Bufalino)

E lo sa ( continua lo stesso scrittore) che, invece di pecore, conto personaggi?”. Eh sì: l’arte è consapevole che la vita non basta, spaziando nel racconto, un quid in più che non poche volte redime il qui ed ora, mentre dall’altra parte del selciato una moltitudine pecor(on)a, senza farne tesoro, è immobile a se stessa.

No al trionfo dell’indifferenziato…

Uomini siate, e non pecore matte
(Dante, Par. v, v.80)

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Tecnica della Scuola Podcast, su Spotify i nostri approfondimenti

Disponibili per tutti i podcast della Tecnica della Scuola! Tecnica della Scuola Podcast è un servizio innovativo…

18/07/2024

Corsi sostegno Indire: c’è chi dice no. Un piccolo “sciopero al contrario” come quello di Danilo Dolci [INTERVISTA]

Nei giorni scorsi, il CIIS (Coordinamento insegnanti di sostegno) aveva lanciato un appello provocatorio rivolto…

18/07/2024

Gavosto: l’istruzione come ascensore sociale proprio non funziona

Si è rotto l’ascensore sociale. Quello che per decenni ha consentito a tanti giovani di…

18/07/2024

Recupero anno 2013: la giustizia dà ragione ai ricorrenti, ma i soldi non ci sono

Dopo la decisione della Corte di Cassazione dello scorso mese di giugno e quella di…

18/07/2024

Progressione all’area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione, domande dei facenti funzione dal 19 al 29 luglio: il bando su INPA il 19 luglio

Domani, 19 luglio, è prevista la pubblicazione sul portale INPA del bando di concorso relativo alla…

18/07/2024

Caselle di posta elettronica, procedure di allineamento all’anagrafe delle sedi principali dal 1° settembre 2024

La Direzione Generale per l’innovazione digitale, la semplificazione e la statistica comunica che, come negli…

18/07/2024