“È necessario che la scuola permetta le libere manifestazioni naturali del fanciullo, perché vi nasca la Pedagogia Scientifica: questa è la sua riforma essenziale…
Una prova: il banco. Ecco per esempio una luminosa prova degli errori della primitiva Pedagogia scientifica materialistica, la quale s’illudeva di portare le sue pietre sparse alla riedificazione de piccolo, crollante edificio della scuola. Esisteva il banco bruto e cieco, ove si ammassavano gli scolari: viene la scienza e perfeziona il banco.
In tale opera essa tutti contempla i contributi dell’Antropologia: le età del fanciullo e la lunghezza delle sue gambe, per modellare a una giusta altezza il sedile: con cura matematica calcola le distanze tra il sedile ed il leggio, perché il dorso del bambino non si deformi nella scoliosi: e perfino (oh, profondità dell’intuizione e dell’adattamento!) separa i sedili e li misura nella larghezza affinché il fanciullo ci stia seduto appena appena, sì da non potersi più nemmeno sgranchire con mosse laterali, e ciò per essere separato dal vicino…
Indubbiamente questo banco aveva a base della sua costruzione molte scienze: l’antropologia con le misure del corpo e la diagnosi dell’età; la fisiologia nello studio di movimenti muscolari; l’ igiene tendente ad impedire la scoliosi acquisita.
Era dunque veramente un banco scientifico, avente per indizio di costruzione lo studio antropologico del fanciullo…
È una conquista di libertà quella che occorre: non il meccanismo di un banco…
Ora noi teniamo gli scolari in iscuola, compressi tra quegli strumenti degradanti il corpo e lo spirito che sono: il banco, e il premio e i castighi esteriori…
Ah, dinanzi a tale oblio della vita che si svolge nella nostra posterità, vien fatto di chinare il capo confusi e di coprirci con le mani il rossore del volto!
Veramente: oggi s’impone un bisogno urgente: il rinnovamento di metodi per l’educazione e per l’istruzione, e chi lotta per questa insegna, lotta per la rigenerazione umana”. (M. Montessori, Il metodo della pedagogia scientifica, Maglione, Roma, 1935).
Ogni commento a questo pensiero quasi profetico appare superfluo. Ma una domanda sorge spontanea: quale teoria scientifica sta dietro al banco con le rotelle?
Fernando Mazzeo