La lezione? Ora si fa anche col telecomando

Per ora viene utilizzato nelle aule universitarie, ma alla luce del successo che sta riscuotendo non è da escludere che possa trovare spazio anche nelle aule scolastiche: è lo “student response system”, la nuova modalità di interazione, sperimentata  nelle aule dell’università ’Bicocca’ di Milano, attraverso cui i docenti universitari possono rendersi conto in tempo reale del grado di apprendimento della lezione svolta avendo così modo di modificarne i contenuti senza aspettare le verifiche periodiche.
Ecco in cosa consiste: il professore fa una domanda a risposta multipla, gli studenti scelgono quella che ritengono corretta schiacciando il tasto del telecomando abbinato a ciascuna risposta e il software le elabora in forma di grafico, con le percentuali ottenute da ciascuna delle soluzioni. Attualmente la sperimentazione è partita nei corsi di Ecologia, della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, e di Patologia generale e Immunologia, della Facoltà di Medicina e Chirurgia. MA è destinata ad allargarsi. Anche in altri atenei.
 Lo strumento di rilevazione appare molto semplice: a ciascuno studente, o a gruppi di studenti, vengono distribuiti dei telecomandi che possono essere appositamente codificati. In questo modo, quando gli studenti rispondono, pigiando sul telecomando, alle domande poste dal professore, quest’ultimo può vedere immediatamente quanti hanno risposto in modo corretto ma può anche visualizzare informazioni più approfondite sulla qualità delle risposte.
In tal modo il docente può, ad esempio, venire immediatamente a conoscenza di quali sono le percentuali di correttezza ed errore per genere, per percorso formativo (per quanto riguarda le matricole), per fascia d’età. Una possibilità che apre, quindi, la strada a nuovi metodi d’insegnamento: spesso spiega oggi l’ateneo meneghino attraverso una nota alla domanda che il professore lancia durante la lezione per verificare se tutti hanno compreso, sono solo alcuni a rispondere, magari correttamente. E questo può portare il docente a credere che il livello di apprendimento sia uniforme. Salvo sorprese in sede di esame. L’uso di questo sistema – continuano dalla ‘Bicocca’ – basato sui telecomandi, modifica in modo significativo la classica struttura one-way della lezione frontale, trasformandola in una lezione realmente bidirezionale: è infatti possibile conoscere immediatamente il grado di preparazione degli studenti e colmare eventuali lacune“.
I docenti sembrano avere accolto lo strumento interattivo positivamente: il compito di un professore – spiega Maria Luisa Lavitrano, che insegna Patologia generale e immunologia presso l’ateneo milanese – è quello di tenere alto e vivo l’interesse degli studenti durante tutta la lezione. Tuttavia sappiamo che l’attenzione cala molto rapidamente, quindi un buon docente, in una certa misura, deve essere anche un bravo attore di teatro perché gli studenti sono un pubblico esigente. L’obiettivo di una lezione è quello di trasmettere nel modo più efficace possibile contenuti significativi, quindi, tutti gli strumenti che contribuiscono a rendere l’interazione con gli studenti più fluida, sono molto utili.
La pensa allo stesso modo è Paolo Galli, docente di Ecologia, sempre alla ‘Bicocca’: “questo strumento permette di avere un’idea dettagliata di quello che tutta la classe conosce. Quando sono venuto a conoscenza di questo strumento, ho subito deciso di testarlo con i miei studenti. Ovviamente da solo non basta per garantire una buona lezione. Insegnare è un’arte fatta di linguaggi verbali e non verbali, di messa in gioco di se stesso da parte del docente che deve essere in grado di coinvolgere il maggior numero di studenti possibili.
Il sistema interattivo avrebbe ottenuto già un discreto successo all’estero: negli Stati Uniti, alcune università, già da tempo, lo distribuiscono alle matricole insieme al tesserino universitario.
Soddisfatti anche gli studenti. “Seguire le lezioni utilizzando il telecomando – afferma Stefano, studente di Scienze Biologiche – è più interessante perché mantiene viva l’attenzione: non subiamo passivamente quello che il professore dice, ma siamo noi ad intervenire e a interagire, con la possibilità di approfondire gli argomenti appena spiegati. Inoltre, con questo metodo, puoi anche confrontarti con i tuoi compagni e capire se hanno i tuoi stessi dubbi”. Dello stesso avviso Noemi, studentessa della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali: “i telecomandi rendono interattiva la lezione e noi riusciamo a capire più facilmente gli argomenti spiegati, testando, allo stesso tempo, il nostro livello di preparazione”. Chiude Marta, iscritta al corso di laurea in Scienze Biologiche: “con l’uso del telecomando – afferma – hai meno paura di dare la tua risposta davanti a tutta la classe e così ti metti in gioco, verifichi se hai capito quanto è stato appena spiegato”.
Alessandro Giuliani

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