La lezione scolastica è un ponte tra le generazioni.
I ragazzini, nella loro curiosità e nel loro enorme bisogno di trovare un senso alla realtà interna ed esterna a sé, cercano prima di tutto degli adulti che spieghino loro le cose, che diano indicazioni e attenzione, che parlino proprio a loro, che abbiano delle storie e delle esperienze umane (il cui “concentrato” sono i contenuti culturali) da raccontare, che gli aprano conoscenze, per non doversi confrontare immediatamente con un illimitato del reale (oggi anestetizzato ma non elaborato attraverso la dipendenza dell’iperconnessione) che spaventa e paralizza chi deve affrontarlo da solo, per avere un luogo protetto fatto di parole e di punti di riferimento in cui far crescere i propri pensieri, le proprie capacità, le proprie fantasie e i propri sentimenti; poi andranno avanti da soli, in una scoperta culturale, di idee e di significati, che durerà per tutta la vita.
Chi non ha capito questo – e dichiara che la lezione è “superata”, che gli insegnanti non devono dare conoscenze, che i gruppi-classe vanno destrutturati – non ha capito nulla della scuola e della sua funzione.
Gruppo La nostra scuola
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