Didattica

La lezione segmentata: libro di Dany Maknouz per Zanichelli

“La lezione segmentata. Ritmata, varia, integrata”, edito da Zanichelli, di Dany Maknouz, docente di matematica e formatrice, è un manuale assai interessante rivolto ai docenti che non intendono lasciare gli studenti a loro stessi, ma vogliono tenere alta la loro attenzione e il loro coinvolgimento anche durante il lockdown  e dunque durante le lezioni a distanza. 

Il punto centrale è variare, coinvolgere, offrire ai ragazzi più occasioni per partecipare e mettersi in gioco, nella certezza che una lezione funziona se viene strutturata in singole parti.

Il metodo è quello del chunking, già adoperato per la memorizzazione e l’apprendimento, che ora viene proposto per la didattica: spezzettare, concentrare la lezione in un quarto d’ora, poi consolidare i risultati. 

Spiega l’autrice: “La capacità di attenzione degli studenti è limitata nel tempo, e anche le neuroscienze consiglierebbero ai docenti di non proporre la lunga lezione frontale, un flusso continuo di informazioni che finisce per perdersi, ma di strutturarla in segmenti, alternati a laboratori e attività di restituzione”.

Tuttavia, contro l’obiezione più comune che vedrebbe una forzata semplificazione dei contenuti per  causa della forzata riduzione di un’ora di lezione in 15 minuti, l’autrice precisa che “Il principio della chunked lesson è immaginare di rivolgersi ai più bravi della classe, così si può affrontare l’argomento in modo approfondito. In un secondo momento, anziché essere noi a rispiegare agli studenti in difficoltà, li coinvolgiamo in attività di gruppo dove possono ridefinire i concetti che non hanno colto. I più deboli vengono stimolati perché hanno un ambiente ricco di contatti, e lavorano tra pari.

Il bello del metodo è che è efficace con tutti, non si abbandona nessuno e si sollecitano le menti più pronte, invece di rivolgersi a un teorico livello medio che scontenta tutti”.

Stesso discorso con la didattica a distanza, anzi a maggior ragione perché appare come la soluzione ottimale per non abbandonare nessuno.

Infatti, spezzettare, concentrare la lezione in un quarto d’ora consente agli studenti di interagire e sentirsi protagonisti. La lezione vera e propria si riduce a vantaggio di attività più partecipate. “L’idea è semplice ma funziona ed è adatta a tutte le età. L’importante è che sia flessibile; non tutti i segmenti devono avere sempre la stessa durata e la stessa formula. Più si varia, meglio è. E si stimola la collaborazione tra docenti, perché nei segmenti si possono inserire contributi di altre discipline”.

Il metodo, secondo l’autrice,  vale anche al di fuori della scuola: “siamo abituati a rileggere più volte un testo, e a ripeterlo. Ma se cambiamo sistema, e invece di ripetere per l’ennesima volta rielaboriamo i contenuti con mappe concettuali, scrivendo sintesi o nuvole di parole chiave, i concetti si fissano di più”.

A dare infine più strumenti di verifica e di attuazione del metodo, nel libro vengono riportate

 20 esempi di lezioni segmentate in 15 materie, dalla secondaria di primo grado alla secondaria di secondo grado.

A titolo di esempio: si parte con un’introduzione, dove il docente chiede agli studenti quali parole chiave conoscono sul tema specifico; quindi la lezione vera e propria, di 10 minuti, magari con il supporto di un video. Poi si passa alle attività: i ragazzi leggono un racconto e sottolineano i concetti. Poi chiunque può esprimere pareri, emozioni. Infine, la conclusione: il docente assegna un esercizio di riscrittura o un test da svolgere.

Un metodo, assicura l’autrice, che può funzionare in presenza e a distanza, con i bambini e gli adolescenti, i più deboli e i più bravi. Ed è di facile applicazione.  E infine precisa: “L’idea è nata prima del lockdown, grazie al suggerimento di un collega di sostegno di un ITS a Malpensa: con i nostri studenti, diceva, l’unica soluzione è variare continuamente per tenere alta la loro attenzione e il loro coinvolgimento. Sennò li perdiamo”. 

In ogni caso, l’importante è che all’attività segua subito un riscontro, anche nella forma di un dibattito. In questo modo il docente potrà nell’immediato verificare fino a che punto la sua lezione è stata compresa dalla classe.

Dunque, riepilogando: 1) verifica delle preconoscenze; 2) lezione di massimo 15 minuti; 3) attività in classe; 4) restituzione; 5) conclusione con l’assegnazione di compiti per casa. Infine, non dimenticarsi mai dell’intervallo di almeno dieci minuti, soprattutto in Didattica a distanza.

Redazione

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