“La questione è il diritto dei genitori di educare i figli e si tratta di un principio inalienabile”: così ha ammonito il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in merito al dibattito sorto sulle scuole paritarie in occasione della consultazione a Bologna, dove è in gioco, secondo Gontero, il valore “della centralità della persona. In questa battaglia referendaria di Bologna non si è parlato dei bambini e dei genitori”, e l’opposizione al referendum sta nel fatto che “il sistema integrato pubblico privato si rivela vincente e alla base di un’offerta scolastica plurale, e complementare, nel rispetto delle diverse tradizioni culturali e della libertà di educazione delle famiglie. In sintesi: non c’è educazione senza libertà e viceversa.”
“I promotori del referendum”, secondo il presidente dell’Agesc, “considerano, erroneamente, incostituzionale la legge Berlinguer che ha sancito la parità scolastica, e molti credono che Bologna sia solo l’inizio di un’offensiva che punta ad abrogarla, nonostante la scuola paritaria non statale gestisca oltre un milione di studenti. L’articolo 33 della Costituzione, dopo il “senza oneri per lo Stato”, interpretato in forma distorta dai referendari, dichiara : “ La Legge deve assicurare piena libertà alle scuole non statali che chiedono la parità, e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni della scuola statale.”
“Stiamo assistendo alla trasformazione di una consultazione civica in un test elettorale a livello nazionale, il primo dopo le larghe intese. Sul fronte della parità scolastica in Italia ci sono, ancora e purtroppo, ampi margini di crescita. Basti pensare che siamo l’unico Stato europeo in cui le scuole paritarie sono finanziate solo residualmente dal Ministero dell’Istruzione. Se prendiamo in considerazione la sola scuola materna, senza il privato il sistema collasserebbe. D’altra parte, come a Bologna, ci sono delle eccellenze, basate sulle sinergie della partnership pubblico privato”.
“Il rapporto tra gli asili privati bolognesi e l’amministrazione è stato, finora, una messa in atto dell’articolo 118 della Costituzione. I referendari confondono sussidiarietà e privatizzazione. Al contrario, la dottrina della sussidiarietà si basa su una visione di reciprocità tra Stato e individuo, in cui la pubblica amministrazione favorisce, come è avvenuto dal ’94 a Bologna con gli asili privati, la libera iniziativa dei corpi intermedi”
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