Home Didattica La LIM serve veramente? Primi bilanci sulla lavagna interattiva

La LIM serve veramente? Primi bilanci sulla lavagna interattiva

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Primi doverosi bilanci sulla LIM a quasi vent’anni dal suo arrivo nelle aule italiane.

La LIM (Lavagna interattiva multimediale) è una tecnologia che consente di creare accesso a contenuti digitali quotidianamente integrando nuove modalità di fruizione della lezione rispetto alla didattica tradizionale.

Sicuramente in questi anni la LIM ha portato innovazione, accelerato e favorito l’inclusione e lo sviluppo di nuovi Skills.

La Lim esternamente appare come una lavagna tradizionale, mentre si compone di uno schermo Touchscreen che consente di scrivere o disegnare con appositi pennarelli digitali. È collegata ad un computer che consente di navigare in internet, la proiezione di contenuti multimediali audio e video.

Il primo utilizzo risale all’ormai lontano 2006 quando fu usata per la prima in forma sperimentale per consentire alla scuola di Marettimo nelle isole Egadi in Sicilia la didattica a distanza.

Vista la positiva esperienza di quel primo tentativo, nascono i primi decreti Ministeriale che ne sanciscono l’efficacia e la sua progressiva integrazione della didattica tradizionale.

In Italia il numero di lavagne vendute tra il 2003 e il 2007 ha fatto un balzo da 100 a 4000 unità. Arrivano prima a Trento, poi in Lombardia ed in Emilia Romagna e nel 2006 con il progetto Digiscuola in Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise.

Ma la vera diffusione a pioggia è avvenuta con il piano eGov2012 nato grazie al protocollo di Intesa tra il MIUR e il ministero della PA che prevedeva la diffusione delle lavagne interattive nelle scuole secondari di primo grado.

Nell’anno scolastico 2008/9 sono state introdotte e installate nelle scuole italiane, 20 mila LIM, e altre 8 mila sono entrate nel successivo anno scolastico nelle secondarie di secondo grado.

Secondo un’indagine del MIUR del 2012, dopo sei anni appena dall’introduzione della lavagna interattiva, l’82% delle scuole pubbliche stavano usando la LIM. I docenti statali che usano “abbastanza” o “molto” le tecnologie moderne sono ormai il 75%. Gli alunni delle scuole pubbliche le utilizzano per studiare e fare ricerche in 88 casi su cento, contro il 31% dei loro colleghi delle paritarie, che nelle interrogazioni le usano “abbastanza” o “molto” solo 23 su cento.

In conclusione, l’uso costante della LIM ha portato molti docenti a coinvolgere in modo attivo gli studenti, con una maggior partecipazione in tutte le fasi dell’insegnamento in classe. Un cambiamento è comunque stato giudicato dalla maggior parte positivo: per il 60% la qualità e l’efficacia del proprio lavoro è ‘pienamente migliorata’ e un altro 30% ha riconosciuto comunque un ‘lieve miglioramento’ della didattica.

La LIM rappresenta il salto tecnico fondamentale verso l’introduzione e l’uso sistematico della interattività e della multimedialità.

Questo porta ad un cambiamento nella normale gestione della lezione o per dirla meglio ad una sua integrazione, in quanto la didattica frontale, la lettura di testi e le esercitazioni individuali possono essere arricchite (e non sostituite) dall’uso di immagini, foto, filmati, che possono aiutare ad approfondire e spiegare nozioni e concetti: un bel cambiamento sia per i docenti (che sono chiamati ad integrare il proprio bagaglio con nuove competenze) che per gli alunni, che possono sperimentare un modo nuovo di vivere la scuola.

La LIM, ha infatti, tra le sue caratteristiche principali anche quella di stimolare in modo diverso i bambini, catturandone l’attenzione, proporre le informazioni in modo meno convenzionale e perdipiù con un linguaggio che somiglia di più al loro.