Non si arresta l’ondata di aggressioni ed insulti verso il corpo insegnante. Stavolta a scagliarsi contro il docente di turno è stata la madre di un alunno di una scuola primaria di Saronno, in provincia di Varese: rimproverata dalla maestra per essere giunta a scuola mezzora dopo l’orario di uscita degli alunni, peraltro nemmeno per la prima volta, la donna invece di scusarsi ha insultato e sputato contro la docente.
Il fatto, descritto dal quotidiano ‘La Prealpina’: “Non è la prima volta che accadeva che arrivasse in ritardo, adesso intendo sporgere denuncia”, ha detto la maestra.
“Non era neppure un alunno della mia classe, ma in quel momento stavo cercando d’aiutare una collega supplente che non poteva più trattenersi a scuola perché doveva prendere il treno per tornare a casa”, ha spiegato ancora la maestra.
La docente spiega anche che la linea di ribadire il rispetto dell’orario di uscita da scuola era stata presa “dopo esserci confrontate con la dirigenza scolastica: abbiamo ritenuto di dover affrontare la situazione”.
Dopo alcuni tentativi a vuota di contattare la madre dell’alunno, che non rispondeva al telefono, alla maestra non è rimasto che attendere.
All’arrivo della donna, però, è scattato l’avvertimento che, alla prossima occasione, sarebbe stato necessario rivolgersi alla Polizia locale. Da qui la reazione della mamma con insulti e sputi, davanti ad altri alunni.
La maestra, tra l’altro, non era nemmeno obbligata a rimanere sino all’arrivo di un familiare dell’alunno. In base al contratto collettivo di lavoro, il docente dell’ultima ora di lezione ha l’obbligo di accompagnare gli studenti all’uscita della scuola, controllando, soprattutto in caso di studenti di scuola primaria, se all’uscita ci sono i genitori dei propri studenti per la consegna.
Ma qualora il genitore non fosse presente all’uscita della scuola, il docente non ha l’obbligo di servizio di attendere l’arrivo del genitore, ma ha solo di segnalare al dirigente scolastico o al vicario, la notizia della mancata presenza del genitore, consegnando lo studente alla vigilanza dei collaboratori scolastici oppure al capo d’istituto.
La madre dell’alunno, ora, dovrà spiegare ai carabinieri i motivi del ritardo e, soprattutto, la reazione indegna contro la docente. La quale, ricordiamo, ricopre il ruolo di pubblico ufficiale.
Esercitare violenza contro un insegnante equivale ad un reato aggravato: il docente, infatti, nel corso dell’esercizio della sua funzione è considerato dalla legge un pubblico ufficiale e non può essere offeso nell’onore. Una condizione affermata anche nel 2014 dalla Corte di Cassazione.
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