Un insegnante che non ha rispetto per i suoi alunni, non deve mettere in conto solo le conseguenze civili e penali del suo comportamento, ma può essere anche perseguito dai suoi familiari. Che, in alcuni casi, possono insinuarsi anche nella sua vita personale.
È quello che sta accadendo ad una maestra della scuola dell’infanzia di 50 anni, in servizio in una scuola di Taranto: la donna fu arrestata dalla polizia il 23 novembre scorso, per maltrattamenti nei confronti di alcuni alunni di circa tre anni di età.
La donna aveva già subito minacce
La mattina del 16 marzo, la docente è stata aggredita e malmenata da una coppia di genitori mentre faceva acquisti in un negozio del centro: al termine della “spedizione” punitiva, la donna si è recata al pronto soccorso dell’ospedale per farsi medicare e ha presentato denuncia prima al posto fisso di Polizia e successivamente al comando provinciale dei carabinieri.
“Quando si trovava agli arresti domiciliari – ha detto all’Ansa l’avvocato Egidio Albanese, difensore della maestra – aveva già subito minacce dalle stesse persone, che avevamo provveduto a denunciare”.
Una maestra con assenza totale di metodo educativo
Nel corso delle indagini che portarono all’arresto della donna, le immagini videoregistrate all’interno della classe e l’ascolto audio, in un periodo di circa 40 giorni, hanno consentito – hanno appurato gli investigatori – di accertare “ripetute condotte violente (spinte, schiaffi, strattonamenti, urla) tenute dalla maestra”.
Elementi che, sempre secondo gli investigatori, denoterebbero “incapacità nel gestire i piccoli alunni durante l’orario scolastico, nonché assenza totale di metodo educativo, mancanze cui la stessa ha tentato di sopperire con aggressività e violenza, sia fisica che psicologica”.