Ieri, 14 giugno, si è svolta la prima udienza relativa al caso di Marisa Francescangeli, la maestra di Oristano sospesa per venti giorni con riduzione dello stipendio con l’accusa di aver fatto recitare ai bambini delle preghiere in classe. Ecco le parole della docente poche ore dopo la deposizione al procedimento che si celebra davanti alla giudice della sezione Lavoro del tribunale di Oristano.
“Finalmente ho potuto spiegare la mia versione dei fatti a qualcuno. Sinora non ero stata interpellata e le uniche cose che ho potuto dire sono state quelle che la stampa ha riportato, ma non avevo avuto l’opportunità di chiarire in sedi istituzionali la mia vicenda”, ha detto a La Nuova Sardegna.
Dopo il ricorso portato avanti dai suoi legali, la docente ha detto in tribunale di aver fatto pregare i bimbi delle sue classi delle elementari solamente a ridosso delle festività natalizie. “La nostra assistita – ha spiegato uno dei due avvocati – ha chiarito che si è trattato di un fatto isolato e ha quindi smentito la ricostruzione fatta dal ministero e dagli organi scolastici”.
In attesa della decisione del tribunale
La procedura prevede ora che la giudice si prenda qualche giorno per valutare se siano sufficienti la deposizione di Marisa Francescangeli e i documenti presentati dalle parti oppure se sia necessario convocare testimoni e procedere con le loro audizioni.
Secondo i legali della docente, non sarebbero stati rispettati i tempi di notifica del provvedimento di sospensione e anche il fatto che non le sia stata data la possibilità di presentare una propria versione della vicenda potrebbe essere un aspetto che invalida la sanzione inflitta. I legali, riporta Agi, sostengono che il provvedimento di sospensione sia stato disposto solo sulla base delle dichiarazioni di tre mamme che hanno riportato la loro versione al dirigente scolastico.
“Ho dovuto tranquillizzare gli alunni”
Nel frattempo si è concluso l’anno scolastico per la docente, che ha affermato: “Abbiamo continuato a lavorare seppure con venti giorni in meno per terminare il programma. Siamo comunque riusciti ad arrivare alla fine in tutte le classi eccezion fatta per un progetto di educazione civica in quarta. La vicenda che mi è capitata è stata un trauma anche per i bambini, li ho dovuti tranquillizzare al momento del rientro dalla sospensione e devo dire che da loro ho ricevuto in cambio tanta energia positiva”.