Sembra che gli alunni di terza media con madri lavoratrici siano più bravi dei compagni figli di casalinghe. E’ questo che indica l’analisi dei test Invalsi 2015/2016 sulle competenze in lettura e matematica, che consentono di discriminare i risultati anche in base alla situazione lavorativa dei genitori.
RISULTATI SORPRENDENTI: ITALIANO
I risultati sorprendono, dato che istintivamente si è portati a pensare che le madri casalinghe, con la loro presenza stabile, potessero aiutare nel rendimento generale scolastico i loro figli.
Invece, come riporta Repubblica.it, in italiano, il punteggio medio (normalizzato e corretto dall’istituto di via Ippolito Nievo) dei ragazzini di terza media che possono affidare le proprie angosce scolastiche alla mamma casalinga sfiora i 58 punti, contro una media nazionale che si attesta attorno ai 61 punti e i 63,7 dei figli che aspettano il ritorno a casa dei genitori dopo una lunga giornata di lavoro.
Bisogna sottolineare che fra i primi e gli ultimi, la differenza di punteggio è del 10 per cento a favore delle mamme lavoratrici.
MATEMATICA
La situazione si ripete anche per i dati di matematica: 47,5 punti per gli studenti con mamma casalinga, quasi 51 come media nazionale e 54 punti per i figli delle donne che lavorano. In questo caso il divario sfiora il 15 per cento. Il trend viene confermato anche nel caso sia il papà a restare a casa, anche se parliamo di 1.850 casi su quasi 524mila.
Mamma | Italiano | Matematica |
Casalinga | 57,90 | 47,5 |
Lavoratrice | 63,7 | 53,90 |
Media nazionale | 60,90 | 50,90 |
LA SPIEGAZIONE DEL PEDAGOGISTA
Benedetto Vertecchi, decano dei pedagogisti italiani, non si scompone più di tanto. “Perché – spiega – le mamme lavoratrici con tutta probabilità sono più soddisfatte di quelle casalinghe e anche se stanche al ritorno dal lavoro giocano con i figli quando sono più piccoli e contribuiscono alla costruzione di quelle interazioni con gli adulti che parecchi studi internazionali considerano alla base di solide competenze linguistiche. Un lavoro che non si cancella col tempo e che dà i suoi frutti anche dopo anni. Le lavoratrici in genere hanno – continua Vertecchi – anche un bagaglio linguistico più ampio e questo si riflette sui figli”.
“I figli delle mamme lavoratrici – osserva Viviana Ranucci, preside dell’Istituto comprensivo Matteo Ricci nel quartiere Torrino di Roma – sono più autonomi nello studio, sono più abituati a districarsi nelle situazioni della vita quotidiana attraverso il problem-solving e imparano meglio dagli errori”. Al contrario “i figli delle mamme casalinghe, a volte, sono eccessivamente accuditi e protetti. Una situazione che alla lunga nuoce”.