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La Manovra sottrae risorse alla scuola, il Pd grida allo scandalo: siamo tornati ai tagli della Moratti, altro che promuovere il merito

La stroncatura del 99 per cento degli emendamenti alla Legge di Bilancio fa insorgere l’opposizione nei confronti del Governo Meloni, accusato di non volere investire nella scuola. Tre le voci più critiche spicca quella di Irene Manzi, capogruppo del Pd nella Commissione Cultura della Camera.

Manzi (Pd): la destra taglia su giovani, scuola, cultura e lavoro

“Il Governo – sostiene Manzi – ha bocciato l’emendamento Pd che chiedeva più risorse per la scuola: ha detto no a criteri meno stringenti per la definizione del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi; ha detto no ad aumentare le risorse per il rinnovo del contratto dei docenti”.

La dem marchigiana ha aggiunto che la maggioranza ha anche “detto no al recupero dei tagli alla carta docente”, come “ha detto no all’incremento del fondo 0/6 e ha detto no a ripristinare i fondi sottratti al fondo per il miglioramento dell’istruzione sottratti per pagare gli staff del Ministro Valditara”.

“A questo punto – ha concluso Manzi – diventa difficile capire come intendano promuovere il merito. La verità è che la destra di governo è sempre la stessa: taglia su giovani, scuola, cultura e lavoro“.

Malpezzi (Pd): uno scippo alla cultura

Sulla stessa lunghezza d’onda si pone la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi: intervenuta a Roma alla manifestazione del Pd contro la manovra del governo Meloni, la dem ha detto che “siamo vicini a Natale e loro sotto l’albero al posto dei doni fanno trovare dei condoni. Noi stiamo cercando di andare nel merito delle cose. Diciamo no ai tagli alla scuola, alla sanità, ai giovani. Stanno togliendo i soldi come un vero e proprio scippo alla cultura”.

Secondo i calcoli del Pd, “nei prossimi anni chiuderanno il 10% delle scuole con il dimensionamento della rete: cosa che fece esattamente nello stesso modo Letizia Moratti quando era Ministra dell’Istruzione del centro destra”.

Malpezzi ricorda che il Governo ha deciso, in modo maldestro, anche di ridimensionare “pesantemente 18 APP, una misura di successo, copiata da mezza Europa, che ha avvicinato tanti ragazzi ai consumi culturali”.

Rosato (Iv): dimenticate tutte promesse di campagna elettorale

Anche Ettore Rosato, Presidente di Italia Viva, si è detto preoccupato per la mancanza di attenzione da parte del Governo in carica per quanto riguarda le esigenze del mondo scolastico (se si eccettuano i 150 milioni di euro destinati al rinnovo del contratto di categoria) a cui si sarebbe potuti rispondere con la Legge di Bilancio 2023.

889 milioni per finanziare le squadre di serie A, nulla per giovani, scuola, sanità, opzione donna… tutte promesse di campagna elettorale dimenticate per accontentare gli amministratori delegati delle grandi società”, ha sottolineato Rosato.

Il Mef: raggiungere un obiettivo Pnrr

Dall’altra parte, il Governo sembra confermare la linea del risparmio applicata al settore della Scuola e già indicata nella Legge di Bilancio con l’articolo 99 che taglia almeno 500 dirigenti scolastici e posti da Dsga nel volgere di qualche anno.

“Negli emendamenti del governo alla manovra sono previste disposizioni in materia di dimensionamento scolastico, al fine di raggiungere un obiettivo Pnrr”, ha tenuto a dire il ministero dell’Economia e delle Finanze in una nota in cui sintetizza le modifiche illustrate nella notte tra l’8 e il 19 dicembre dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in commissione Bilancio alla Camera.

Non viene specificato, tuttavia, quali sono le modalità che porteranno al dimensionamento scolastico e quali istituti dovranno ridimensionarsi, perdere l’autonomia, il preside e il Dsga, se non in casi limite addirittura scomparire.

Tra gli emendamenti approvati, inoltre, c’è il rafforzamento delle strutture della Ragioneria generale dello Stato, anche ai fini degli adempimenti relativi al Pnrr. Per la scuola quasi null’altro.

Alessandro Giuliani

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