Tavole in cui s’ intrecciano gli anni della militanza nel Pci e nel sindacato, le lotte per l’assegnazione delle terre ai contadini contro lo sfruttamento dei proprietari terrieri, la protesta contro l’installazione dei missili Nato nella base militare di Comiso, in provincia di Ragusa, fino alla proposta di legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la norma che ha previsto la confisca dei beni ai mafiosi e all’attentato mafioso del 30 aprile 1982 in cui cadde vittima insieme a Rosario Di Salvo.
”Lavoro, Democrazia, Pace sono parole usate da Pio, richiamate nel Fumetto, ricorrenti ieri come oggi per difendere la Costituzione e il futuro del Paese e dei giovani – si legge nella presentazione di Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre – La marcia di Pio indica quella di una generazione che all’indomani del fascismo e della guerra, in un paese distrutto, si schierò per la libertà difendendo i più deboli e si battè per una società giusta ed equa. Durante quella marcia trovarono sempre l’opposizione dei ceti privilegiati che usarono tutti i mezzi per ostacolarla, compreso il delitto mafioso. Nonostante tutto, la democrazia e la libertà hanno vinto”.
L’appendice del testo, a cura di Antonella Lombardi, è arricchita dalle testimonianze di Franco La Torre e Tiziana Di Salvo. (Ansa)
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