Con una recente ordinanza, n. 7468/2020, il Tar Lazio si chiede se siano stati effettuati degli studi relativi all’uso prolungato delle mascherine per gli alunni tra i 6 e gli 11 anni.
Il genitore di un alunno si era rivolto al Tar, riferendo che suo figlio aveva un livello di ossigenazione molto basso (92), misurato mentre usava la mascherina in classe.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (come riferito dal Comitato Tecnico Scientifico) fornisce indicazioni rispetto all’uso delle mascherine in ambito scolastico, differenziandole per fasce di età.
In particolare, per la fascia di età “fra 6 e 11 anni” si prevede: uso condizionato alla situazione epidemiologica locale, prestando, comunque, attenzione al contesto socio-culturale e a fattori come la compliance del bambino nell’utilizzo della mascherina e il suo impatto sulle capacità di apprendimento.
Invece, il DPCM ha previsto l’uso della mascherina in modo incondizionato sul tutto il territorio nazionale, anche per i bambini di età compresa fra i sei e gli undici anni, specificando che tale obbligo permane durante l’orario scolastico (art. 1 comma 9, lett. s), senza alcuna considerazione né sulla “situazione epidemiologica locale” né sul “contesto socio-culturale”.
Senza voler entrare in alcuna polemica “ideologica” del tipo “nomask”, non si può non considerare che non sembra che siano stati effettuati approfondimenti sull’incidenza dell’uso di mascherina, sugli alunni da 6 a 11 anni.
Secondo il Tar non è da escludersi che vi possa essere “un calo di ossigenazione per apparati polmonari assai giovani causato dall’uso prolungato della mascherina”.
Né risulta che siano state impartite indicazioni in merito al monitoraggio del livello di ossigenazione del minore dopo l’uso prolungato della mascherina.
E neppure è stato spiegato nel DPCM quale ausilio fornire in modo immediato agli scolari che diano segno di affaticamento.
L’Ordinanza chiede all’Amministrazione di depositare (oltre che copia dei verbali del Comitato tecnico-scientifico) una relazione che dimostri che possa ritenersi scongiurato il pericolo che si verifichi un calo di ossigenazione per apparati polmonari assai giovani o che vi siano ricadute sulla salute psico-fisica dei minori in una fase della crescita particolarmente delicata.
Già con la Didattica a Distanza, si era posto il problema della permanenza prolungata davanti al computer, prevedendo delle opportune pause per non affaticare la vista.
Non sarebbe una tragedia se, qualora fosse accertato un pericolo per la salute degli alunni, venisse stabilito un tempo massimo per l’uso prolungato delle mascherine, accordando a tal fine (anche in modo scaglionato) delle “pause” nell’uso del dispositivo di protezione.
Del resto, sul piano più generale, il Consiglio di Stato ha ricordato che – oltre al diritto alla salute della collettività – esiste anche il diritto alla salute dei singoli, per cui occorre effettuare un equo e opportuno bilanciamento tra diritto alla salute della collettività e diritto alla salute dei minori di età ricompresa fra i 6 e gli 11 anni.
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