La notizia la troviamo sul Tirreno che riporta le riflessioni della docete: «Un libro, un metodo dal quale non saprei più staccarmi, del quale non potrei più fare senza. Anzi, mi dispiaccio all’idea di aver cominciato solo tre anni fa».
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Perché, secondo l’insegnante, la buona scuola passa dalle piccole cose e a volte è sufficiente cambiare un tassello, modificare un componente e sostituirne un altro per ottenere miglioramenti e praticare eccellenza. E infatti nella scuola della prof i bimbi di otto anni riescono a studiare la matematica direttamente in finlandese – operazione che fanno abitualmente da quando ne avevano 6 – consultandosi sul significato delle parole e utilizzando l’iPad e Google translate per quelle più difficili.
E quando la traduzione diretta dal finlandese all’italiano non è possibile, viene utilizzato l’inglese come lingua intermedia, tra il finlandese e l’italiano, consolidando così la conoscenza di entrambe.
«Verrà da chiedersi perché proprio un libro in finlandese. Di motivi ce ne sono diversi: il primo è che mia figlia abita in Finlandia e nel tempo ho avuto modo di conoscere sempre di più questo paese. Così, mi sono messa in contatto con colleghe di là e ho scoperto “Matikka”.
Il passo successivo è stato chiamare il referente della casa editrice e contrattare sul prezzo da buona lucchese! A differenza dei nostri libri di matematica questo è molto più intuitivo, naturale, immediato, diretto. I bambini hanno iniziato a imparare canzoni finlandesi, a leggere correttamente il finlandese e anche i risultati a scuola sono stati immediati: i ragazzini della mia classe apprendono molto più velocemente, hanno spiccate capacità mnemoniche e migliorato le loro prestazioni in inglese. Il volume ministeriale resta come base per gli esercizi».
Il Miur, di fronte a questi risultati, scrive sempre Il Tirreno, ha voluto tutta la documentazione relativa al metodo adottato dalla prof , riconoscendone la validità.
La maestra Patrizia ha incontrato anche il ministro Stefania Giannini per raccontarle la sua idea, mentre l’ambasciatore finlandese in Italia ha invitato l’insegnante in una cerimonia di gala per conoscere a fondo l’idea, ringraziandola del lavoro effettuato. «Attraverso il linguaggio non si diventa solo più bravi in matematica, ma si sviluppa la logica, la capacità di approfondire, di capire».
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