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La mente “vaga”? Allora il cervello si annoia

Docenti sappiate che far stare i ragazzi passivi o iperattivi può essere pericoloso: quando la mente “vaga” il cervello, le cui potenzialità, lo sappiamo, sono infinite, si annoia e si disconnette. E’ bene, quindi, che quando si propongono dei contenuti vengano esposti con modalità sempre ben chiare, mai caotiche o peggio ancora sovrapposti ad altri.A sostenerlo è lo scienziato Daniel Weissmann, dell’Università del Michigan “Ann Arbor”, il quale ha scoperto che non solo l’attività delle diverse regioni cerebrali cambia quando l’attenzione viene meno, ma anche che avvengono dei cambiamenti anche nella comunicazione tra le diverse aree cerebrali.Weissman ha analizzato con la risonanza Magnetica funzionale l’attività cerebrale di un gruppo di volontari ai quali aveva chiesto di passare un’ora ad identificare delle lettere che apparivano e scomparivano velocemente, come dei flash, su uno schermo posto dinnanzi a loro.Con il passare del tempo lo scienziato osservava che le reazioni cerebrali dei soggetti rallentavano, segno che l’attenzione stava scemando. Durante questi “abbassamenti” dell’attenzione, anche la comunicazione tra le regioni cerebrali deputate all’autocontrollo, alla visione e al linguaggio si spegnevano poco a poco.
“Durante il test, a causa della noia , l’attenzione non ‘oliava’ più le connessioni cerebrali”, ha spiegato Weissman che ha presentato il suo studio al “Neuroscience 2008”, il 38mo incontro annuale della Società di Neuroscienze che si è svolto a Washington.
“Questo vuol dire – ha precisato lo scienziato – che queste regioni si erano disconnesse”. L’attenzione, secondo Weissman, è come un amplificatore della comunicazione che si focalizza in determinati momenti solo sulle connessioni che collegano certe regioni del cervello. In pratica, quando questo amplificatore si sposta su un altro canale di connessioni, quindi cambia l’oggetto dell’attenzione, le altre si indeboliscono e la comunicazione tra le aree cerebrali rallenta e l’attenzione cade. E’ bene allora che comunicatori ed insegnanti tengono presenti queste indicazioni: l’apatia, ma anche proporre troppi input, trasmettendo ed insegnando più cose contemporaneamente, o ‘distrarre’ l’attenzione avallando più strumenti mediali (tipico dei giovani che utilizzano sempre più spesso contemporaneamente internet e cellulare) può essere può dannoso che producente.

 

Alessandro Giuliani

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