Ci sono aule che non hanno ancora i servizi digitali, ma è questione solo di tempo: ormai “ci sono le risorse per condurre in porto questo obiettivo”.
A dirlo, il 7 giugno in occasione della firma di un protocollo nazionale del ministero dell’Istruzione con la Rai, è stato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.
Che ha anche quantificato l’entità dell’investimento: metteremo a disposizione “1 miliardo per 5 anni a partire da questo”, per centrare anche il target che ci siamo prefissati.
È bene sapere che le buone intenzioni del ministro, tuttavia, debbono essere corredate da un piano di potenziamento di primo livello.
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Secondo i dati forniti di recente dall’Osservatorio Tecnologico del Miur, solo il 10,5% delle scuole di primo grado avrebbe una connessione veloce, percentuale che arriva al 23,1% nel caso delle superiori. Mentre in totale più del 53% delle aule sono completamente disconnesse.
Inoltre, per insegnare in modalità digitale servono competenze specifiche, che esulano dalla formazione base della maggior parte dei docenti.
Pochi mesi fa, La Tecnica della Scuola ha scritto, a proposito del livello tecnologico della scuola italiana: “cosa è oggi quindi la “scuola 2.0”? Dalle esperienze eterogenee ed individuali dei singoli Istituti, possiamo affermare sicuramente che essa somiglia ad un grande cantiere di idee e sperimentazioni, alcune di buon livello altre meno, in cui però, nella stragrande maggioranza di casi, si naviga a vista senza una programmazione omogenea e diffuso su tutto il territorio”.
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