La mia ‘Ndrangheta, storia di una giovane che si è ribellata

”Rosy Canale, nata a Reggio Calabria, imprenditrice, vittima della boria della ‘ndrangheta è viva per miracolo. Finchè si ritrova a San Luca, il paesino dell’Aspromonte ombelico delle cosche storiche, ad avviare un’attività di volontariato. E tra i vicoli in salita di un borgo che pare pietrificato a cent’anni fa, il suo dolore incontra quello delle donne del posto, madri delle vittime della famigerata strage di Duisburg, sorelle di altre vittime e carnefici di una faida senza fine”. Il libro è suddiviso in tre parti. Nella prima, ”Era tutto bianco”, Rosy Canale ripercorre la sua adolescenza a Reggio durante la cosiddetta seconda guerra di ‘ndrangheta, le minacce subite. Nella seconda parte, ‘Donne in Aspromonte’, la protagonista s’inoltra a San Luca, paese di quattromila abitanti ai piedi del massiccio montuoso, con un paesaggio e un silenzio che parrebbero fatati a chi ignorasse la faida tra le cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari che dal 1991 allarga il cimitero. Il ”mondo spento, lunare” dei pastori di Corrado Alvaro; quello ineluttabile della strage di Duisburg, avvenuta il giorno di Ferragosto del 2007.
 Dai ritratti delle donne che si riuniscono attorno a Rosy e dalla ricostruzione della faida mafiosa con i suoi vari personaggi, affiora l’anima di un micromondo contraddittorio: feroce e avvolgente, passionale e omertoso, carezzevole e violento, proprio come il carattere delle sue donne. Nella terza parte, ‘Dimenticare Duisburg’, oltre a ripercorrere i progetti del Movimento Donne di San Luca, dalla creazione di una ludoteca nella villa confiscata al boss Antonio Pelle, detto ”Gambazza”, fino alla mostra fotografica a New York, si tenta un’analisi del massacro in Germania, ancora oscuro nelle sue reali motivazioni, e dell’ascesa criminale della ‘ndrangheta a livello internazionale, attraverso una puntuale ricostruzione giornalistica dei fatti e delle inchieste e le testimonianze dirette delle madri di due vittime.
Un libro per comprendere come, a certe latitudini, la criminalità organizzata trovi un terreno umano e sociale tanto fertile per prosperare e avvinghiare intere regioni nella morsa di un immobile sottosviluppo”. ”Ecco perchè questo – come dice Rosy Canale nelle note conclusive – non è banalmente un libro di ‘ndrangheta”.

Redazione

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