Manca innanzitutto comunicazione, dice la ministra, tra scuola superiore, università e imprese, insieme all’assenza di un orientamento adeguato. Se le scuole lasciano gli studenti troppo soli in una fase tanto delicata della loro vita, le università pensano a fare marketing anziché presentare l’intera offerta formativa
L’Orientamento allora deve essere ripensato e far parte del lavoro del governo contro la disoccupazione giovanile, che ha bisogno di uno più stretto raccordo tra scuola e mondo del lavoro, con tanto di corsi pomeridiani ed esperienze residenziali estive.
Che fare allora? Investire sugli insegnanti, perché facciano comprendere agli studenti l’essenza del loro percorso, in cui la scuola è un passaggio che serve a definire se stessi, il proprio futuro e i propri sogni.
Fra l’altro, sottolinea Carrozza citando il governo di cui fa parte, nel decreto sul lavoro appena emanato, la scuola c’è e questo è già un segnale importante. Ma, dopo anni di tagli, ora c’è da pensare a investimenti e risorse non tanto per la scuola pubblica, ma per la Pubblica Istruzione a 360 gradi: “la vera sfida per la rinascita dell’Italia”.
E l’Italia rinasce, per la ministra, solo se i giovani saranno messi nelle condizioni di riprendere a credere in se stessi e nel proprio futuro, mantenendo o migliorando, tramite la formazione e il lavoro, lo status sociale dei propri genitori. E poi, conclude Carrozza, “il Paese rischia perché il figlio dell’operaio non sogna più”.
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