Diamo a Cesare quel che è di Cesare e ad Amélie Oudéa-Castéra quello che le appartiene. Dopo la valanga di accuse ricevute per le sue dichiarazioni sulle motivazioni che l’avrebbero spinta a iscrivere i suoi figli in un’esclusiva scuola privata, la neo ministra francese dell’Educazione Nazionale, della Gioventù, degli Sport e dei Giochi Olimpici e paralimpici incassa in questi giorni il plauso di un gruppo di specialisti dell’insegnamento dello sport.
In un editoriale pubblicato dal quotidiano Le Monde, quattro tra i maggiori esperti in materia sottolineano e apprezzano un passaggio del suo primo discorso ufficiale, nel quale la ministra afferma testualmente che aspira a una scuola attenta alla salute dei bambini, grazie all’azione quotidiana dei medici e infermieri scolastici, e alla loro condizione fisica garantita dal lavoro dei docenti di Educazione fisica e sportiva. Ora, a parte il riferimento ai medici e infermieri scolastici (ma chi sono questi emeriti sconosciuti? In Italia non se ne trovano molti nelle nostre scuole…) il punto è che si riconoscono i meriti dei docenti di Educazione fisica in un’azione strategica per il futuro di un Paese: fare in modo che i bambini, già dalla scuola elementare, apprendano uno stile di vita sano, attivo, sportivo.
Fatto rarissimo – sottolineano i firmatari dell’editoriale – in un discorso di investitura, la ministra cita una disciplina scolastica specifica , riconoscendone il ruolo cruciale che esercita nell’educazione alla salute e nella prevenzione delle malattie non trasmissibili.
Del resto, il titolo dell’articolo di Le Monde parla chiaro: “Non riduciamo i professori di Educazione fisica a dei semplici preparatori atletici scolastici.” Il loro ruolo è ben diverso, come sappiamo bene: soprattutto nella scuola primaria, l’educazione motoria ha il duplice scopo di favorire lo sviluppo psicofisico dei bambini facendo acquisire loro stili di vita atti ad agevolare il benessere fisico e psichico e l’evoluzione armoniosa della persona, il rispetto delle regole e dei compagni, lo sviluppo del senso di collaborazione e solidarietà.
La Francia, in questo senso, sta investendo molto negli ultimi anni: quattro ore settimanali di Educazione fisica in prima media, tre ore nelle classi successive. Nelle scuole primarie, trenta minuti di attività fisica al giorno, oltre le tre ore settimanali. Questo per rispondere al meglio alle Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e alle sue linee guida per contrastare attraverso l’attività fisica la sedentarietà. Per i bambini e gli adolescenti fino a 17 anni, l’OMS consiglia:
Contemporaneamente, limitare la sedentarietà, in particolare la quantità di tempo trascorso davanti allo schermo. Le ultime rilevazioni statistiche, al contrario, mostrano che in Francia soltanto il 40 % dei ragazzi e il 16% delle ragazze seguono queste raccomandazioni. Ci sarà da lavorare sodo per invertire la tendenza!
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