Arrivata da poco in viale Trastevere il ministro Giannini ha le idee chiare, sintetizzabili in 10 “gironi” o “cerchi”, ma che rimangono sempre 10 punti:
1. si ai cicli brevi (idea lanciata dall’ormai ex ministro Carrozza) e alla maturità un anno prima;
2. riforma della scuola media inferiore;
3. no ai concorsoni che hanno generato problemi, ricorsi e alimentato la platea dei precari, al contrario bisogna trovare nuovi strumenti per le assunzioni nella scuola;
4. no al monopolio della tecnologia;
5. gli Invalsi sono un buono strumento, ma vanno migliorati e perfezionati;
6. in linea generale gli scatti di anzianità devono essere concepiti in base al merito, allo studio, all’aggiornamento costante, perché gli automatismi di stipendio rappresentano “il frutto di un mancato coraggio politico del passato”;
7. finanziamenti per la scuola statale e non statale;
8. riconoscimento del diritto allo studio per gli studenti e al merito per i docenti;
9. valutare un piano di messa in sicurezza delle scuole e occuparsi anche di edilizia scolastica.
10. dall’anno prossimo torna il bonus maturità:
Secondo il neoministro Giannini:
“Un Paese non può spendere 275 miliardi in pensioni e 53 in istruzione”.
Le parole da cui partire sono: merito, valutazione, autonomia. Senza contare gli investimenti nella ricerca, nel capitale umano, nella crescita, nel futuro.
In una nota personale Stefania Giannini ha scritto:
“Penso che l’istruzione sia l’unica vera forma di riscatto e avanzamento sociale per l’individuo e per le collettività, purché fondata su qualità e talento, per chi insegna e per chi impara. La scuola può e deve fare molto per generare il cambiamento. Nell’università, come nella società, non tutto uguale per tutti, ma tutto possibile per chi lo merita e per chi si impegna per ottenerlo, con pari opportunità (Art. 34 della Costituzione). ‘Education, education, education’ erano le tre priorità di Tony Blair negli anni ’90. Il messaggio è ancora attuale per l’Italia e l’Europa di oggi, come unica via d’uscita da una crisi che non è fatta solo di numeri, ma che ha invaso da troppo tempo le nostre coscienze. Cambiare l’Italia e riformare l’Europa significa prima di tutto risvegliare le nostre coscienze”.
Anche Scienzainrete.it cerca di capire le vere intenzioni della ministra Giannini sulla scuola e l’istruzione, riprendendo a una serie di domande, formulate a lei e a Pietro Ichino, le in occasione della campagna elettorale sulle sponde di Scelta Civica.
“Un programma nettissimo”, spiega Scienzainrete.it, “di promozione del merito, che abolisce il valore legale del titolo di studio e i concorsi, dà piena autonomia agli atenei (ridotti di numero) e finanzia il sistema aumentando le tasse universitarie in base al reddito. Un programma ricalcato sulla proposta di Andrea Ichino (fratello di Pietro) e Daniele Terlizzese fortemente osteggiata da buona parte del PD e dalla sinistra in generale, che fa delle disuguaglianza dei talenti (ma non dei redditi) la bandiera di un sistema che dev’essere intrinsecamente elitario”.
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