Categorie: Mobilità

La mobilità a domanda condizionata potrebbe anche essere vantaggiosa

Il rischio di finire soprannumerari in una sede vicina al comune di residenza potrebbe essere addirittura un vantaggio da sapere sfruttare con il massimo dell’opportunismo. In buona sostanza per alcuni docenti perdenti posto, lo svantaggio di essere soprannumerari potrebbe rivelarsi, attraverso una mobilità a domanda condizionata, un vero e proprio vantaggio.
Che cosa significa fare la domanda di mobilità condizionata? Diciamo che tale domanda può essere fatta solo da chi è individuato come perdente posto ed è chiamato a produrre richiesta di mobilità per trovare una nuova scuola di titolarità, ma con l’evidente specificazione che non si intende partecipare al movimento a domanda.

Infatti nel modello di mobilità viene posto, ai perdenti posto, il seguente interrogativo: “Il docente soprannumerario intende comunque partecipare al movimento a domanda?”. Se a tale domanda si risponde negativamente, la domanda è da considerarsi condizionata e quindi al pari di un trasferimento d’ufficio. Il vantaggio primario del rispondere no, all’interrogativo suddetto, è quello di garantirsi per gli otto anni successivi, la precedenza al rientro nella scuola in cui si è stati individuati perdenti posto.
Infatti all’art.13 comma 1 punto II dell’ipotesi di contratto mobilità del 10 febbraio 2016 è scritto: “Il personale scolastico trasferito d’ufficio o a domanda condizionata, anche su tipologia diversa di posto (comune e/o cattedra, sostegno) ha diritto al rientro con precedenza nella scuola, circolo o istituto da cui è stato trasferito in quanto soprannumerario, qualora la relativa cattedra o posto si renda disponibile per i movimenti relativi ad uno degli anni scolastici dell’ottennio successivo al provvedimento suddetto. Tale precedenza è subordinata all’aver presentato domanda condizionata”.

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Un altro vantaggio che ha questa precedenza è quello di fare arrivare il docente perdente posto in un comune più ambito, prima di chi ha un punteggio più alto e concorre nella mobilità per il comune suddetto. Infatti è utile sapere che la precedenza della domanda condizionata si applica alla fase A punto 1 dei trasferimenti, anche se il richiedente è titolare in un comune diverso da quello della scuola, circolo o istituto richiesto. Detta precedenza opera esclusivamente nell’ambito della provincia e della tipologia di titolarità al momento dell’avvenuto trasferimento d’ufficio o a domanda condizionata (posto comune e/o cattedra, posto di sostegno).

Cosa significa questo? Che se un docente è perdente posto nel comune X, ma ambisce arrivare nel comune vicinorio Y, facendo mobilità a domanda condizionata e non esistendo disponibilità di posti nel comune X, verrà spostato d’ufficio e con precedenza di fase di mobilità nel comune Y. Uno stratagemma che ha visto arrivare in comuni ambiti docenti con punteggi bassissimi a discapito di altri con punteggi più alti. Ovviamente il docente soprannumerario che è stato trasferito a domanda condizionata nel comune y, l’anno successivo non si avvale più della precedenza e resta trasferito definitivamente nel comune desiderato. Ecco perché la mobilità a domanda condizionata potrebbe anche essere vantaggiosa.

Lucio Ficara

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