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La mobilità per il prossimo anno scolastico sarà ordinaria

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La mobilità 2017/2018 non avrà, molto probabilmente, le fasi A, B, C e D. Inoltre sarà una mobilità ordinaria che non avverrà sul 100% dei posti.

Con la prossima mobilità non dovrebbe più esistere la distinzione tra docenti entrati in ruolo entro il 2014/2015 e quelli entrati in ruolo con le fasi 0, A, B e C del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015.

Restano invece in piedi, almeno si spera, le fasi della mobilità territoriale all’interno dello stesso comune di titolarità, successivamente all’interno della stessa provincia di titolarità e infine quelli interprovinciali accompagnati dalla mobilità professionale (passaggi di ruolo e di cattedra).

Sicuramente ci saranno delle differenze nella mobilità, almeno di carattere tecnico, tra chi è titolare di scuola e chi invece è titolare di ambito territoriale.

Sembrerebbe essere possibile, anche con le disposizioni di legge vigenti, consentire, all’interno dello stesso ambito territoriale e per chi è titolare di scuola, richiedere la mobilità da scuola a scuola.

Quindi ad esempio un docente soprannumerario nella sua scuola finirebbe titolare in un ambito territoriale, soltanto se non ci fossero posti vacanti, per la stessa classe di concorso, nelle scuole del suo stesso ambito di titolarità. Per adesso queste sono solo alcune ipotesi, che potrebbero trovare conferma, sempre che si sblocchi l’impasse sulla trattativa del contratto della mobilità. Infatti si è resa necessaria, da parte dei sindacati, una richiesta urgente di verifica in sede politica per riprendere le trattative sui punti nodali della mobilità 2017/2018.

Una certezza sulla prossima mobilità è che non sarà straordinaria come è avvenuto per quella del 2015/2016. Infatti è utile sapere che la mobilità interprovinciale avverrà, come è sempre accaduto solo per il 50% dei posti. Infatti l’altro 50% spetterà alle immissioni in ruolo che avverranno sia da Gae che dalle graduatorie regionali del concorso a cattedra. Quindi se ci fossero 10 posti vacanti per una data classe di concorso, soltanto 5 posti andrebbero alla mobilità interprovinciale.

Nella prossima settimana è previsto l’incontro politico che potrebbe sbloccare le trattative sulla mobilità e consentire, entro la fine di dicembre, di trovare l’accordo tra le parti.