Non ci sta a passare come “raccomandata”. Semplicemente perché non lo è. Stiamo parlando di Mariateresa Dolce, la moglie del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
La donna ha deciso di uscire allo scoperto, di raccontare per filo e per segno come è arrivata a fare l’insegnante di ruolo – di diritto – a Napoli. Vicino casa, dopo essere stata assunta nell’anno del piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla Legge 107/15: da qualche giorno, dopo l’anno di prova, è stata assegnata, con la chiamata diretta dopo aver acquisito l’ambito territoriale di Napoli centrale, all’Istituto Casanova, centro storico della città.
“Sono stata assunta dal concorso del 2012, non dalle graduatorie ad esaurimento”, scrive la professoressa Dolce su Facebook. Spiega che per l’anno scolastico 2016/2017 “le deportazioni di docenti al nord riguardano esclusivamente le graduatorie a esaurimento“.
La prof spiega che il primo anno di ruolo come insegnante lo ha svolto, nel 2015/16, al liceo Galilei, sempre a Napoli “come molti colleghi provenienti dalle graduatorie a esaurimento”.
“Lo scorso anno, infatti, tutti i neoassunti in Fase C hanno avuto sedi vicine”. Dolce ricorda che “l’ordinanza sulla mobilità del 2016 prevede infatti che, gli assunti dal concorso del 2012, dalla graduatoria di merito, restino nella provincia di nomina” che, nel caso della moglie di de Magistris è appunto il capoluogo campano.
“Basta leggere – continua Dolce – c’è tutto qui”. “Vogliamo contestare l’ordinanza? La legge 107/2015? Assolutamente sì – prosegue – Ma non l’ho certamente scritta io, né mio marito. È un’ordinanza ministeriale, del Governo Renzi, notoriamente in idillio con il sindaco di Napoli”.
E ancora: “mio marito non solo ha attaccato pesantemente la legge, ma ha anche partecipato a iniziative organizzate dalle associazioni di insegnanti. Basta cercare, si trova”.
Dolce fa saper inoltre di aver insegnato Diritto ed Economia anche nel liceo Galilei dove è stata anche tutor per l’alternanza scuola-lavoro. Nel curriculum precisa di aver inserito di essersi occupata delle feste di Natale e Capodanno, a Catanzaro, perché “unica esperienza” da poter inserire nel format utilizzato dal Ministero dell’Istruzione per il curriculum alla voce “esperienza nelle attività espressive”.
E ancora: “ho lavorato nelle carceri, uno dei progetti realizzati a Nisida qualche anno fa, con minori detenuti e ragazzi delle scuole, improntato sulla peer education, è stato un riferimento per un protocollo tra MIUR e Ministero della Giustizia”.
Così come ha realizzato, sempre nell’anno di prova al Galilei, progetti contro la camorra e sulla democrazia: “il Casanova è una scuola del centro storico, ma non è così ambita, è una scuola complicata. Non è certo un liceo del Vomero o di Chiaia, io ho fatto domanda per andarci, perchè ci credo. Ho sempre creduto nel sociale e nell’azione sui minori, prima che arrivino negli Istituti Penali Minorili, dove il fallimento del mondo adulto è già consumato”.
Poi, tiene a sottolineare, di non essere “solo la moglie di Luigi de Magistris. Gli scouts, il volontariato nei centri di recupero per tossicodipendenti, nelle mense per gli extracomunitari, nei campi Rom, in ospedale da sempre, da quando ero ragazzina. Perché le persone hanno una Storia e non bisognerebbe giudicarle solo perché hanno sposato un uomo che non si stima….così, per dire”.
Ma perché questo sfogo? La moglie del sindaco di Napoli ritiene che era giunto il momento di rispondere alle false notizie relative al suo incarico d’insegnamento circolate on line: “ero informata di tentativi di trovare qualcosa di losco nella mia vicenda professionale, come del resto fanno da anni, nelle nostre vite. E niente, non trovate niente. Potete solo fare allusioni ed insinuazioni che potrebbero anche essere denunciate penalmente“. Attenzione: detto da un docente di diritto, moglie di un magistrato, c’è da crederci.
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