È arrivata di mattina presto Agnese Landini, 37 anni, la first lady. Hanno tutti gli occhi su di lei. E lei sorride, ogni tanto dà uno sguardo all’iPad e conversa con le amiche. “Come una comune mortale, certo. Perché non dovrei?”.
“Amo moltissimo il mio lavoro, e quindi sì, sono qui, in coda fra i precari come una comune mortale con la speranza di avere una cattedra da supplente. Che c’è di strano? Con mio marito ne avevamo parlato, non ce la facevo a rimanere in aspettativa”.
Agnese Landini, moglie di Matteo Renzi, si è presentata al liceo scientifico Russell Newton di Scandicci, in provincia di Firenze, dove sono stati convocati i docenti precari per l’assegnazione delle supplenze nelle scuole medie e superiori.
Lei, insegnante di italiano e latino nei licei, era nella grande sala delle nomine insieme alle amiche e colleghe, ma non ha potuto ottenere un posto. “Sono 35esima nella graduatoria della mia materia, per la quale però assegnano soltanto 25 ruoli a tempo pieno”.
I funzionari dell’ufficio scolastico provinciale le hanno offerto solo qualche “spezzone”, ma lei ha rifiutato. “Aspetto le graduatorie di istituto, capita spesso che si liberino posti dopo questa prima ondata di nomine”
E poi risponde a una intervista sempre del quotidiano
“Io l’ispiratrice della riforma sulla scuola? Beh, è normale che fra marito e moglie ci si parli. Sono un’insegnante precaria da otto anni e Matteo ha sempre conosciuto bene la realtà della scuola italiana, l’ha vissuta con me”.
L’aspettativa di cui si è parlato? “Era un momento particolare, bisognava organizzare la vita familiare. Io amo tantissimo il mio lavoro, non voglio abbandonarlo. Matteo lo sa, ne abbiamo parlato. E comunque l’aspettativa durava fino a giugno, io sono una precaria, finora ho avuto solo incarichi annuali”. E non sa ancora se si trasferirà a Roma.
“Non so nemmeno se riuscirò ad ottenere una cattedra. Insegno italiano e latino nei licei, e quest’anno per la mia materia ci sono 25 incarichi a tempo pieno e qualche part time. Io sono trentacinquesima in graduatoria, non ci spero molto, ma chissà, magari qualcuno rinuncia”.
“Raccontate”, suggerisce Agnese Landini, “il terno al lotto delle nomine. Queste sono giornate campali e penose per tutti i precari che cercano un posto. Io lo sono da otto anni, ma in questa sala ci sono atipici della scuola da dieci e anche da quindici anni. E ogni anno, a settembre, devono venire qui ed attendere ore senza sapere se riusciranno a veder ripagati i loro sacrifici”.
Che sia stata allora lei a ispirare il Marito per assumere i 150mila precari, la prof dice che “si, come in tutte le coppie, ci confrontiamo. Matteo conosce la realtà della scuola italiana. Sa quali sono i punti di forza e di debolezza del mondo dell’istruzione anche attraverso la mia esperienza”.
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