Parlare ai bambini e con i bambini della violenza, del razzismo e delle loro conseguenze, soprattutto quando in gioco è l’attualità, i fatti reali che sono narrati dagli schermi televisivi e da Internet, come quello che è accaduto qualche giorno fa, ovvero la morte di George Floyd, a Minneapolis, è una sfida.
Lo è ancora di più se a farlo è un docente, anche lui afroamericano come Floyd, anche lui come tanti nel mondo dell’education obbligato a insegnare a distanza. Si chiama Jessie Hagopian, lavora nella Garfield High School di Seattle, dove l’80% del personale e degli alunni è bianco, è un attivista e anche scrittore, ha pubblicato infatti “Teaching for black lives”. È una sfida, ha detto Hagopian, padre di due bambini di 7 e 11 anni, parlare con i propri figli e i propri studenti di quello che è successo eppure, continua il docente, è proprio questo, proprio perché siamo chiusi in casa e abbiamo più tempo, il momento di farlo.
Il docente scrittore, rifacendosi anche a quanto afferma nel suo libro, sostiene quanto sia importante per i più giovani essere consapevoli della precarietà e dei rischi che l’appartenenza ad una o ad un’altra “minoranza” possano essere dietro l’angolo, minacciare le vite altrui. Hagopian crede che possa essere utili partire dalla storia, andare a riscoprire il passato degli afroamericani, la schiavitù, e andare a recuperare le storie di uomini e donne che hanno dedicato la loro vita alla lotta in prima persona contro ogni forma di razzismo. Nello stesso tempo, dice ancora il maestro Hagopian, noi siamo in classe, anche in quella virtuale, coloro che hanno la responsabilità di monitorare gli aspetti emotivi che si presentano quando si affrontano temi come questi.
Nelle sue classi il docente di Seattle ha ideato il “metro dell’umore”, una sorta di orologio diviso in quattro quadranti, che viene aggiornato quotidianamente per cominciare la giornata scolastica. Hagopian, che ha rilasciato la sua intervista alla National Public Radio https://www.npr.org/, fonte di questo articolo, sostiene inoltre che le scuole nord americane debbano avere accesso alla storia e alla cultura afroamericana, praticando politiche di “tolleranza zero” verso ogni forma di razzismo.
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