In Italia si spende sempre meno in strumenti musicali, nonostante il Bel Paese abbia un’importante tradizione musicale e tante scuole dedicate.
Infatti, negli ultimi tre anni la spesa media pro-capite degli italiani per l’acquisto di uno strumento musicale è scesa di una percentuale importante, 21%, passando da 7,94 a 6,3 dollari.
Questi dati sono emersi durante la 29esima edizione di Cremona Musica International Exhibitions, in programma a CremonaFiere fino al 2 ottobre.
Negli Stati Uniti si investe molto di più in musica, circa 22 dollari pro-capite (+14%), probabilmente anche grazie alla spinta di un sistema scolastico che prevede una diffusa formazione musicale già a partire dai livelli dell’obbligo. Bene anche il Canada, dove si spendono 21 dollari pro-capite (+9%) e gli australiani con 16,1 (+4%).
In Giappone e Svizzera crescono, sebbene più lentamente (+2%), gli acquisti di strumenti musicali, con una spesa che si attesta rispettivamente a 17 e 16 dollari pro-capite.
Ma l’Italia non è la sola a vivere la crisi del settore; infatti, anche gli austriaci investono il 18% in meno di 3 anni fa (15 dollari a testa), gli inglesi il 12% (9 euro pro-capite) e i tedeschi 7% in meno e 12 euro a testa.