Sono ancora nella mia discesa agli inferi, ma vi assicuro che questo non inficia la mia visione, perché la speranza non è individuale, ma collettiva. La risposta, tuttavia, non è un cieco “andrà tutto bene”, ma una lungimiranza che ci porterà tra qualche anno, non ora, ad uscire da questa situazione. Prima lo capiamo e prima troveremo la pazienza per tollerare le misure di sicurezza e la saggezza per accettare che la normalità non è dietro l’angolo.
Scimmiottarne una parvenza è stato l’errore dei nostri governanti e nostro, in questa scuola. Occorrono ora più che mai una grande presa di coscienza collettiva e dei cambiamenti pratici che guardino al di là di ciò che siamo stati (la scuola dei progetti, dei laboratori, della mensa, delle gite, del musical, del teatro, degli orchestrali…) e che non saremo ancora per un po’.
Il discrimine tra una buona scuola e una mediocre al momento (negli anni a venire) sarà dato da una organizzazione ben gestita, dagli strumenti di lavoro digitali, da personale che si mette in gioco con tanta voglia di imparare…
Nell’organizzazione fondamentali sono in questi frangenti la velocità nel gestire i cambiamenti, ma anche coraggio di intraprendere strade difficili perché non sempre supportate da strumenti legislativi all’altezza. Ma sta a noi guardare oltre.
Ci dicono che 1 m di rime buccali è il minimo? Leggiamolo: non è il massimo obbligatorio e creiamo classi da 15 alunni (in 30 mq), chiedendo al Ministero nuovi locali. Non ci vengono forniti? DOBBIAMO AVERE CORAGGIO e scegliere la strada dell’alternanza scuola in presenza e DDI.
Ci dicono che la mensa è possibile? Leggiamolo: neanche averla è obbligatorio.
Ci dicono che la mascherina chirurgica va bene? Leggiamolo: meglio usare la ffp2.
Ricordiamoci che paventare la perdita di posti di lavoro quando si paventa la perdita della vita è come guardare il dito anziché la Luna che viene indicata. Il discrimine tra una buona scuola e una mediocre sarà un buon compromesso tra la qualità di una scuola digitale e la ricerca di mantenere in salute alunni, insegnanti e altri operatori scolastici.
Abbiamo tempo per meditarci, ma cerchiamo di arrivare a settembre cum grano salis.
Cinzia Di Mauro
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