Le linee guida sulla nuova educazione civica (riferimento normativo legge 92/19) attribuiscono alla cittadinanza digitale un ruolo essenziale nella formazione alla cittadinanza. In tutti gli ordini di scuola.
Come fare media education e cittadinanza digitale attiva a scuola nell’ambito dell’educazione civica? E perché è cruciale portare in classe queste competenze? Per proteggere la sfera emotiva e relazionale dei ragazzi, fornendo loro gli strumenti cognitivi utili ad un uso critico, consapevole, attento del digitale. (VAI AL CORSO)
R. Maragliano, diceva che la multimedialità (si chiamava così) poteva essere intesa come materia, strumento, ambiente (di studio o lavoro). Da allora molte cose sono cambiate, usiamo il termine digitale, confusamente, per definire l’uso di device e rete.
La rete è cambiata, prima nel 2009 con la personalizzazione: non più una rete uguale per tutti, ma una rete, un motore di ricerca o social personalizzato. Il web cambia velocemente, tanto che il suo creatore T. B. Lee ha dichiarato: “Non riconosco più la mia creatura”.
Allora ha senso oltre un uso strumentale ed operativo della rete e di device, constatare con S. Turkle, la domanda non è più cosa fare col web ma che cosa il web fa a noi, al nostro cervello, alla nostra sfera emotiva e relazionale.
Stiamo continuando a pensare al digitale, passivamente, come ad uno strumento o un ambiente e ad abusarne, senza porci le domande chiave relative all’uso di ogni tecnologia: come funziona e perché? In realtà la rete e i suoi strumenti sono un mondo, un ambiente in cui viviamo sino a 7 ore al giorno, talora 2, 3 di notte (specie i ragazzi con lo smartphone), che hanno forti influenze sul mondo “reale”, sulla nostra vita e su di noi.
A livello di linguaggio, di pensiero ed emozioni, di modo di ragionare e quindi di agire, scegliere, esprimerci.
Dai comportamenti personali e relazionali (le amicizie, i rapporti spesso aggressivi e violenti nei social) al nostro modo di formulare idee o di votare.
La svalutazione della conoscenza e della competenza (Nichols, La fine della conoscenza) è alla base di convinzioni assurde (negazionismi) che hanno dato origine alla post-verità, cioè a idee non basate su alcun dato o evidenza razionale. E a Fake news, false verità che ci ingannano.
Per questo dobbiamo sapere cosa la rete sta facendo noi e come ci sta cambiando. La semplificazione del linguaggio modifica il nostro modo di ragionare, l’uso del linguaggio nei social, spesso breve ed aggressivo (Wallace), semplifica il nostro pensiero.
La formazione, socializzazione, identificazione dei ragazzi avviene nei SN e l’eccesso di uso di smartphone e device, modifica il nostro modo di sentire, scegliere, agire, di vivere, anche l’amicizia. Che anche in rete per vivere va coltivata, Bauman.
Questa consapevolezza è il cuore della cittadinanza digitale, come stabilito dalla legge 92 art 5.2.
Su questi argomenti il corso del nostro formatore Rodolfo Marchisio Come il web ci cambia. Linguaggio, pensiero, azioni, in programma dall’11 al 23 febbraio 2021.
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