Di fronte all’esodo biblico verso l’́Europa dai Paesi Africani e del Medio Oriente, NON riusciamo a trattenere un grido di dolore ed indignazione per l ́incapacitá dell ́Europa di far fronte a questa tragedia umana. La piú grande, dopo la fuga dal nazifascismo dell ́ultima guerra mondiale.
Con i suoi 50 milioni di persone tra profughi, richiedenti asilo, rifugiati, la si puó definire la maggiore crisi dalla nascita della UE.
La lista delle nefandezze che i TG mostrano, supera la fantasia di qualsiasi prolifico scrittore dell’orrore… esseri trattati peggio delle bestie!
Brevissima è stata l’onda emotiva provocata dal piccolo Aylan, profugo siriano di 3 anni riverso senza vita sulla spiaggia. All’iniziale gara di solidarietá, sono seguiti i distinguo dei vari Paesi della UE che in seguito all’́apertura di Angela Merkel, si offrivano, ad accogliere quote di migranti. Salvo assistere all ́immediata marcia indietro della stessa cancelliera fino alla definitiva chiusura delle frontiere ungheresi con muro e filo spinato, al rifiuto di ogni tipo di accoglienza da parte dei Paesi dell’Est. Fallimentare è stata la riunione del 14 settembre dei ministri dell’interno UE.
La tragedia in cifre da aggiornare in tempo reale: circa 3 milioni di profughi in fuga dalla Siria, paese del piú violento conflitto al mondo; in Europa dal 2013 il numero dei migranti forzati si è incrementato di oltre sei milioni; nel Mediterraneo ci sono stati oltre 2.000 morti nel 2015, 3.419 nel 2014, secondo i dati del CIR, il Consiglio Italiano per i Rifugiati.
Il Mediterraneo, da culla della cultura si è trasformato in cimitero dei migranti.
Parlare di accoglienza, di solidarietá, di integrazione, di estensione delle tutele ai migranti e profughi, per garantire loro vita, lavoro e dignitá, non è “buonismo”, ma profondo rispetto per ogni essere umano, a prescindere dalla nazionalitá, dalla religione, dall’́orientamento sessuale, dal colore della pelle…
È inaccettabile la distinzione tra categorie di profughi, migranti ambientali, migranti economici… si tratta di PERSONE e basta ! Gente che fugge dalla distruzione e dalla fame causata dal cambio climatico, ha forse meno diritti di chi fugge dalle guerre?
Ma chi ha provocato i disastri ambientali ed il cambio climatico se non le multinazionali che devastano il Pianeta per trarne profitto? Gli Stati della UE che dovrebbero accogliere i profughi, sono i responsabili della tragedia umana ed ambientale attuale.
“Lo straniero”, definito “sacro” in un pregevole numero dei quaderni di Pubblicazione, contribuisce al Pil in Italia per oltre 123 MLR di Euro. Si tratta di una percentuale tra il 9 ed il 12% , negli ultimi due anni.
La nostra popolazione invecchia e nascono sempre meno bambini.
L ́Italia, senza gli immigrati, secondo dati ISTAT di giugno 2015, è a crescita zero, cosí come la Spagna ed il resto dell ́Europa. L ́immigrato costituisce un’opportunitá, una ricchezza economica che, con il suo lavoro, contribuirá ad incrementare le casse della previdenza ed a pagare le pensioni agli italiani.
Proposte concrete per fronteggiare l ́attuale situazione, sono contenute in un appello firmato da Barbara Spinelli, Guido Viale e Daniela Padoan del 23 luglio 2014. Ne estrapoliamo alcune: Garantire il “diritto” di fuga, fermare i respingimenti, predisporre corridoi umanitari, politiche europee comuni, assicurare la libertá di movimento, tutelare i minori non accompagnati, promuovere lo ius soli, e, soprattutto, attuare i trattati esistenti.
Infatti: il Trattato sul Funzionamento dell’Unione prevede una responsabilità diretta in materia di gestione integrata delle frontiere (art. 77), di gestione di tutte le fasi del processo migratorio (art. 79), di accoglienza delle persone (art. 78) e di condivisione degli oneri, non solo finanziari, tra tuttii Paesi membri (art. 80).
Si tratta di norme che, a cinque anni dall’entrata in vigore, hanno trovato solo una parziale traduzione legislativa.
La crescente emergenza che si aggrava di ora in ora, esige nuove urgenti iniziative che si sviluppino su due fronti. Il PRIMO rivolto all ́interno della UE che deve promuovere una cittadinanza europea per chi vuole restare.
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