Ucraina, Siria, Yemen, Medio Oriente, Africa: secondo Oxfam Italia, anche se dopo la Seconda Guerra Mondiale si è registrato un calo del numero totale di morti per causa bellica nel mondo, il numero di guerre tra tutti i continenti non è mai sceso sotto il centinaio. Questo vuol dire che, ogni anno, ci sono almeno 100 conflitti armati in corso. Il rapporto Global Humanitarian Overview traccia, di conseguenza, un bilancio disastroso: nel 2024 le persone bisognose di aiuti umanitari sono 300 milioni.
Per l’Unesco, era dunque arrivato il momento di rivedere e riscrivere la famosa Raccomandazione sull’Educazione alla Pace redatta per la prima volta nel 1974. Cinquant’anni dopo, l’odio tra popoli, la volontà di sopraffazione e di conquista, le oppressioni e violenze di ogni sorta non sono affatto diminuiti, anzi… Sembrano aumentare a dismisura in maniera esponenziale. Mai come in questo momento storico si era sentito il bisogno di educare alla pace i bambini e gli adolescenti per potere sperare in un futuro migliore. Magari non proprio nella realizzazione della profezia di Isaia (“il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto”) ma in un futuro a misura d’uomo intelligente, che preferisce la pace e la serena coabitazione, anche in presenza di inevitabili conflitti d’idee e di divergenze nell’interpretazione della realtà.
Verso la fine dello scorso anno, l’Unesco ha dunque messo mano alla sua Raccomandazione del 1974 per aggiornarla prendendo in considerazione i mutamenti nel panorama globale e, in particolare, i requisiti dell’Agenda 2030 e dell’ Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 4 sull’Educazione, con la prospettiva di mettere al centro in modo decisivo il ruolo dell’educazione per promuovere la pace globale, la comprensione internazionale e lo sviluppo sostenibile.
Ciò significa – si legge nella nuova Raccomandazione – garantire che tutte le persone, nel corso della loro vita, siano dotate di conoscenze, competenze, comprese quelle socio-emotive, valori, atteggiamenti e comportamenti necessari per un’effettiva partecipazione ai processi decisionali democratici, all’emancipazione economica, alla sensibilizzazione e ad azioni individuali e collettive a livello comunitario, locale, nazionale, regionale e globale che facciano progredire la pace e promuovano la comprensione internazionale, la cooperazione, l’eliminazione della povertà e la tolleranza, al fine di garantire il pieno godimento dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della cittadinanza globale e dello sviluppo sostenibile attraverso l’educazione.
L’Unesco sottolinea, inoltre, l’importanza di prevenire e affrontare ogni forma di violenza e di violazione dei diritti umani, e portare ogni persona e comunità a comprendere e ad assumersi le proprie responsabilità per mantenere, promuovere e richiedere la pace. L’educazione dovrebbe anche contribuire a contrastare il razzismo, la xenofobia e tutte le azioni e ideologie che incitano all’odio, a tutte le forme di intolleranza, discriminazione e violenza.
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