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La nuova riforma della scuola

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella seduta del 1° febbraio la riforma della scuola ed ha presentato il disegno di legge di delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale.
Con un articolato legislativo di sei articoli, viene abrogata la legge 10 febbraio 2000, n. 30 sulla riforma dei cicli, fiore all’occhiello dalla passata maggioranza di centrosinistra.
Entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge di delega il Governo è delegato ad emanare uno o più decreti legislativi. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dovrà predisporre entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, un piano programmatico di interventi finanziari da sottoporre all’approvazione del Consiglio dei Ministri.
Tutto il sistema scolastico di istruzione e di formazione professionale sarà diviso in due cicli.
Nel primo resteranno confermate nella loro tradizionale articolazione, la scuola dell’infanzia triennale, la scuola elementare quinquennale, detta primaria, e la scuola media, triennale, detta scuola secondaria di primo grado.
La scuola primaria sarà articolata in tre segmenti corrispondenti al primo anno, al secondo e terzo anno e al quarto e quinto anno.
Alla scuola dell’infanzia potranno iscriversi anche i bambini che compiranno i tre anni alla data del 30 aprile dell’anno di riferimento. Alla scuola primaria quelli che compiranno i sei anni alla data del 31 agosto dell’anno di riferimento. Il primo ciclo si concluderà con un esame di Stato.
Limitatamente all’anno scolastico 2002/2003, alla scuola dell’infanzia potranno iscriversi anche i bambini che compiranno i tre anni entro il 28 febbraio del 2003 e alla scuola primaria quelli che nella stessa data compiranno i sei anni d’età.
La scuola secondaria di primo grado si articolerà pur essa in due segmenti, in un biennio e nell’ultimo anno.
Il secondo ciclo comprenderà il sistema degli otto licei (artistico, classico, economico, linguistico, scientifico, tecnologico e delle scienze umane). Sarà possibile cambiare indirizzo all’interno del sistema dei licei, nonché di passare da questo sistema a quello del sistema della formazione professionale e viceversa.
Anche il secondo ciclo si concluderà con un esame di Stato.
La frequenza positiva di qualsiasi segmento del secondo ciclo comporterà l’acquisizione di crediti certificati che potranno essere fatti valere nei passaggi tra i diversi percorsi.
Esisterà la possibilità di realizzare, tra i 15 e i 18 anni, i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro.
Tra le altre più evidenti novità del disegno di legge su cui oggi ha potuto coagularsi la maggioranza governativa, contrariamente a quanto avvenuto nella riunione del Consiglio dei Ministri dell’11 febbraio: i piani di studio conterranno un nucleo fondamentale e omogeneo stabilito su base nazionale ed un altro collegato con le realtà locali.
Il primo rispecchierà la cultura, le tradizioni e l’identità nazionale. La quota riservata alle Regioni atterrà agli aspetti relativi alle stesse regioni.
Scompare, almeno perché non prescritta specificatamente, la valutazione biennale di cui al primo disegno di legge. Il disegno di legge approvato alla data odierna parla di una valutazione, periodica ed annuale, affidata agli stessi insegnanti e di una valutazione della scuola affidata all’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione.

Giuseppe Guzzo

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