Quello della valutazione è uno dei nodi centrali del nuovo corso della scuola italiana. Se le singole istituzioni scolastiche potranno articolare in modo autonomo il proprio curricolo bisognerà comunque garantire che gli studenti – in qualunque scuola del Paese – abbiano la possibilità di raggiungere i medesimi obiettivi formativi.
E’ per questo motivo che il documento sui nuovi curricoli della scuola di base dedica ampio spazio all’argomento.
Il documento distingue due diverse modalità di valutazione: quella didattica – riferita al progredire degli apprendimenti di tutti gli alunni – e quella di sistema che deve considerare il quadro socioeconomico da cui muovono gli allievi e in cui le scuole operano.
In entrambi i casi le singole scuole potranno contare sulla collaborazione e la consulenza dell’Istituto Nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione (ex Cede).
La valutazione dovrà perdere progressivamente la classica connotazione sanzionatoria per assumere sempre di più una funzione formativa: le informazioni raccolte sui singoli alunni e sugli altri soggetti-oggetti coinvolti nel processo formativo dovranno essere infatti utilizzate per apportare alle attività didattiche e al sistema le modifiche necessarie a compensare le difficoltà incontrate da chi apprende nel suo percorso.
“In altre parole – si legge nel documento – la valutazione assume rilevanza didattica se persegue l’intento di incrementare la qualità dell’istruzione”.
In materia di valutazione didattica le singole scuole potranno organizzarsi in modo autonomo, in modo da “favorire sia gli effetti di autoregolazione, sia il coinvolgimento delle famiglie nell’attività scolastica dei figli”.
Anche nella valutazione di sistema la responsabilità valutativa compete alle scuole, ma in questo caso è necessario prevedere il sostegno di repertori informativi relativi al quadro territoriale e a quello nazionale.
Le scuole dovranno insomma fare sempre di più i conti con gli esiti delle molteplici rilevazioni campionarie promosse non solo dal MPI ma anche da organismi internazionali come per esempio l’Ocse.
Le stesse tecnologie dell’informazione e della comunicazione potranno essere d’aiuto: i dati raccolti nelle singole scuole potranno affluire all’Istituto Nazionale della valutazione che provvederà ad elaborarli, interpretarli ed rimandarli alle scuole stesse.
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