Nella scuola otto dipendenti su dieci sono donne: il dato giunge dal conto annuale 2016 della Ragioneria dello Stato, che parla di ‘quota rosa’ non certo da collocare come una riserva nella Pubblica Amministrazione italiana.
Complessivamente, il sesso femminile rappresenta nella PA il 56,6% del totale. La componente femminile è rappresentata da oltre 1,8 milioni di ‘teste’ su 3,2 milioni di dipendenti complessivi. Ma non più solo in settori come scuola (79%) e sanità (66%). Vale la pena ricordare che tra il corpo docente la presenza femminile è anche maggiore, superiore all’81 per cento.
Anche alla presidenza del Consiglio dei ministri (51%), nelle authority (54%), nelle carriere dirigenziali penitenziarie (69%) e prefettizie (58%) sono in netta maggioranza. L’avanzata si è consolidata con il tempo.
Sui diritti delle donne si è soffermata Maddelena Gissi, leader della Cisl Scuola. Con un lungo post su Facebook, la sindacalista ricorda che “70 anni fa le donne, in Italia, andarono a votare per la prima volta. Tutte ricordarono poi a lungo e con orgoglio questa tappa di riscatto; ne ho ancora in mente una che con bruciante ironia diceva: ”Toh, hanno finalmente riconosciuto che le donne hanno la testa e possono pensare e decidere; prima, lasciavano decidere solo gli uomini, anche se non avevano la testa”.
Non fa male ricordare questa conquista di democrazia in un momento nel quale si avverte un clima di disamore e di distacco dalla politica che può portare alcuni alla tentazione di svalutare questo strumento primario di partecipazione”.
“Non fa male ricordarlo – continua la sindacalista – alle tante ragazze, neo diciottenni, che avranno per la prima volta questa possibilità insieme ai loro coetanei e che forse la stanno vivendo con una certa indifferenza. Come insegnante e come educatrice richiamo la loro attenzione sul valore della partecipazione e invito tutte le colleghe i colleghi a dare il buon esempio in un momento molto delicato per il nostro Paese. Andare al voto e decidere con consapevolezza e coscienza, questo siamo chiamati a fare domenica, chiamati a rinnovare, col nostro voto, i massimi organi di rappresentanza della nostra comunità nazionale. È uno dei momenti fondamentali nella vita della nostra cara Italia: l’espressione libera della volontà popolare è infatti il presupposto essenziale di un’autentica democrazia”.
“Noi siamo convinti che a costruire e irrobustire la trama del tessuto democratico siano anche altri momenti e altri soggetti, in particolare quelli legati alla rappresentanza del lavoro e alle relazioni sociali, ma non c’è dubbio che l’elezione degli organi investiti del potere legislativo sia il principale fondamento di un sistema democratico di governo”. E ancora: “In rigorosa coerenza con la cultura e le regole della nostra organizzazione, che vedono come tratto distintivo della sua identità l’autonomia e il rispetto delle libere opinioni degli iscritti, come Cisl Scuola non diamo indicazioni di voto ai nostri associati, ma ci sentiamo in diritto e in dovere di invitare tutti ad andare a votare”.
“Un diritto e un altrettanto importante dovere civico. È con la partecipazione al voto, infatti, che si contribuisce a rafforzare la democrazia, favorendo a livello politico una giusta, piena e corretta rappresentanza del pluralismo che anima la nostra società. Assumere il pluralismo come valore è anch’esso presupposto di una sana democrazia: in questo senso l’auspicio è che il libero confrontarsi di opinioni diverse avvenga sempre nel segno del reciproco rispetto. Vale a livello dei rapporti personali, dovrebbe valere anche a livello di rappresentanza politica: quali che siano gli equilibri e gli assetti che il voto determinerà, sarà comunque indispensabile assumere nell’ottica del “bene comune” temi che costituiscono fattori fondamentali di coesione per l’intera società”.
“La scuola – conclude Gissi – è senz’altro uno di questi, a tutte le forze politiche chiediamo di considerarla, all’indomani del voto, come terreno di impegno forte, rinnovato e quanto più possibile condiviso. Ne ha bisogno la scuola, ne ha bisogno il Paese”.
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