Politica scolastica

La pandemia avrebbe fatto lievitare i voti agli esami di stato

Secondo alcuni osservatori, che hanno confrontato i voti ottenuti agli esami di stato durante la pandemia, hanno rilevato che proprio negli ultimi quattro anni, essi sono aumentati rispetto al periodo precedente. 

Infatti, secondo le rielaborazioni di Pagellapolitica.it  dei dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’anno scorso il 10% degli studenti agli esami di stato ha preso un voto pari a 100 o 100 e lode. Negli anni prima della pandemia, questa percentuale si aggirava intorno al 7%.

Nel 2020 il 12% degli studenti ha preso il massimo dei voti, nel 2021 il 17%  e nel 2022 il 13%. 

Negli ultimi tre anni è aumentata anche la percentuale degli studenti che ha preso un voto tra 91 e 99: era pari al 10% nel 2019, è salita al 16% nel 2020 e nel 2021, nel 2022 è stata pari al 15% e l’anno scorso è stata al 12%.

In generale, viene riferito, durante la pandemia c’è stato un aumento dei voti, anche se l’anno scorso la loro distribuzione è tornata ad avvicinarsi alla media pre-pandemica, sebbene i voti rimangano più alti che in passato. 

Se si guardano i risultati per regione, si vede inoltre che  i voti pari a 100 o 100 e lode sono più diffusi al Sud: negli ultimi cinque anni, in Calabria oltre il 17% degli studenti ha ottenuto in media il massimo dei voti, una percentuale più che doppia rispetto a quella della Lombardia e quasi tre volte superiore a quella della Valle d’Aosta. Anche in Umbria, Puglia e Sicilia oltre il 15% degli studenti ha preso agli esami di stato almeno 100.

La percentuale invece di studenti che ottiene un voto tra 60 e 70 è più alta al Nord, con quasi il 33% in Lombardia e il 30% in Veneto, contro il 24% circa della Calabria e il 25% della Puglia.

Redazione

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