I contagi da Covid-19 sembrano ripetere l’andamento dell’estate del 2021: il via libera, con pochissime limitazioni, sta producendo una frenata della discesa dei casi in Italia, tornati infatti quasi 65 mila al giorno (con quasi 200 vittime). Il motivo sarebbe legato ai maggiori contatti tra le persone in occasione delle vacanze. E anche, probabilmente, al mutamento del virus e alle sue sottovarianti. L’ultima si chiama Centaurus. Se la situazione dovesse confermarsi in questi termini anche tra un mese, alla riapertura delle scuole, sarebbe un bel problema. Ancora di più perché i problemi irrisolti che si riproporranno a settembre sono già svariati.
La pensa così anche Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, secondo cui “l’unico fattore favorevole è che i bambini non vanno scuola”.
Inoltre, ha spiegato, “quello che sappiamo su questa sottovariante dall’esperienza in India è che si è diffusa a una velocità 13 volte superiore rispetto a Omicron 5. Parliamo però di un Paese diverso dal nostro e i dati non possono essere ‘importati’ in maniera diretta”.
L’ultima analisi sulla tendenza in aumento del virus è stata del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M. Picone’, del Cnr: “nella maggioranza delle 107 province italiane – dice lo statistico – c’è stata una frenata della decrescita, se non l’inizio di una fase di stasi”, osserva Sebastiani, spiegando anche che “la distribuzione geografica delle province coinvolte non presenta ‘poli’ e sono coinvolte quasi tutte le regioni”.
Tra le province con i maggiori valori più alti di incidenza negli ultimi sette giorni (numero di casi per 100.000 abitanti) ci sono Fermo con 1.040, Macerata (920), Vicenza (870), Ancona e Padova (860).
Sul fronte delle cure, intanto, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera all’utilizzo dell’anticorpo monoclonale Evusheld (tixagevimab e cilgavimab) nel trattamento precoce di soggetti con infezione da SARS-CoV-2 a rischio di una forma grave di COVID-19. Finora il medicinale era disponibile solo per la profilassi pre-esposizione in soggetti ad alto rischio.
Ma c’è anche un altro genere di contagio di cui probabilmente occorre pensare a preoccuparsi: è quello del vaiolo delle scimmie, che secondo il ministero della Salute riguarda già 505 casi in Italia, con un incremento di 26 casi rispetto all’ultima rilevazione di quattro giorni fa.
L’infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne.
Sempre il ministero della Salute ha emanato una circolare che indica la possibilità, per i contatti, stretti di fare ricorso alla quarantena.
Mentre i contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola: in entrambi i casi la quarantena non è necessaria, ha detto ancora il ministero.
Intanto, in attesa che il comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema concluda l’esame per estendere l’uso del vaccino contro il vaiolo Imvanex anche al vaiolo delle scimmie, l’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma ha detto di essere pronto a partire con la vaccinazione.
Toccherà però sempre al ministero della Salute esprimere le modalità di reclutamento, con i criteri di definizione della platea e l’indicazione delle fasce di età. Il vaccino, ha spiegato la Regione Lazio, prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi.
Negli Stati Uniti, dove i fenomeni pandemici, sono quasi sempre anticipati si stanno introducendo misure di difesa, soprattutto in California e nello stato di New York che hanno dichiarato l’emergenza sanitaria.
In tutti gli Usa si contano 1.345 casi ma solo a New York, secondo il sindaco Eric Adams, sarebbero 150.000 le persone a rischio contagio.
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