Una scienziata che vede nella fisica delle particelle “bellezza e simmetria”, ma appassionata anche di musica (ha il diploma in pianoforte) e di lettere che condivide con la mamma siciliana. La scoperta del mitico bosone di Higgs porta la ricercatrice milanese in pole per il Nobel della fisica, con tanti pronti a scommettere che il prestigioso riconoscimento non sfuggirà alla scienziata italiana.
Un leader in rosa scelta democraticamente –era il 2009- dai suoi colleghi di tutto il mondo, per occupare la poltrona di comando del Large Hadron Collider (LHC) del CERN, il laboratorio europeo di fisica delle particelle situato al confine tra Francia e Svizzera.
Una carriera iniziata con una borsa di studio al CERN, partita nel 1987, durante gli studi di fisica compiuti a Milano, città dove è cresciuta. Nel tempo tanti i progetti che ha seguito e le osservazioni fatte, fino ad Atlas, la madre di tutte le ricerche, quella con l’obiettivo di conoscere, o meglio, verificare l’esistenza della materia nascosta. Con la fisica italiana alla testa del più grande esperimento scientifico mai realizzato al mondo, che ha visto nel 2008 l’accensione dell’acceleratore di particelle LHC.
Una vicenda che i giornali di tutto il mondo, non solo le testate scientifiche, hanno seguito, fino al 4 luglio scorso, quando come portavoce del progetto Fabiola Gianotti ha dato la comunicazione ufficiale della prima osservazione di una particella compatibile con il bosone di Higgs.
La prima prova della materia oscura, che costituisce più del 20% dell’universo, che non si vede(va) con nessuno strumento, ma che veniva rivelata attraverso i suoi effetti gravitazionali. Una ‘osservazione’ che ci aiuterà ora a scoprire quale sia l’origine della massa delle particelle elementari, di cui sappiamo ancora pochissimo, e a intravedere possibili estensioni della dimensione spazio-temporale classica.
Pochi mesi prima l’autorevole “The Guardian” l’aveva inserita fra le “100 most inspirational women” in tutti i campi. Classifica in cui di scienziati, tra medici e ricercatori, ne figuravano solo sette.
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