La pedagogia del conflitto come modello delle relazioni sociali prende forza nel tempo grazie a un’assidua attività di ricerca azione e di sperimentazione: compie dieci anni il Metodo Litigare Bene, ideato dal pedagogista Daniele Novara, direttore e fondatore del CPP Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la Gestione dei Conflitti.
Il Metodo propone una modalità innovativa per gestire la conflittualità fra i bambini e le bambine, un importante traguardo nella storia della pedagogia, che permette di passare da una tradizionale visione che li colpevolizza quando litigano (“Chi è stato? Chi ha cominciato?”) a un approccio in cui si valorizza il ruolo dei più piccoli che hanno tutte le risorse per gestire da soli il litigio tra coetanei.
Il Metodo funziona principalmente nel periodo di età compreso dai 3 ai 10 anni, mentre nel periodo preadolescenziale e adolescenziale occorrono dispositivi e strategie più raffinati per imparare a gestire i conflitti e controllare le emozioni, anche se lo spirito del metodo resta lo stesso.
“Consideriamo come normali autonomie per i bambini tra i 3 e i 6 anni camminare, parlare e il controllo sfinterico, a queste abilità – spiega Daniele Novara – sono state poi riconosciute anche la capacità di dormire da soli e di lavarsi fin da piccoli. Ora è giunto il momento di introdurre tra le capacità dei bambini anche quella di “litigare bene”, ossia la gestione dei litigi con i propri coetanei, attraverso il riconoscimento e il rispetto della volontà degli altri, evitando atteggiamenti dispotici e aggressivi. Il Metodo Litigare Bene è la prevenzione migliore contro il bullismo e la violenza nella successiva età adolescenziale”.
Il Metodo è stato messo a punto e applicato per la prima volta tra il dicembre 2011 e il maggio 2012 a Grugliasco, in provincia di Torino, con 466 bambini tra i 3 e 10 anni, di cui 191 alla scuola primaria (5 classi), 275 scuola dell’infanzia (6 classi), con 39 docenti e 12 tirocinanti.
In 10 anni i corsi di formazione dedicati al Metodo Litigare Bene, organizzati dal CPP – Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la Gestione dei Conflitti, hanno coinvolto circa 4 mila persone, tra insegnanti ed educatori, mentre agli incontri pubblici dedicati al tema del litigare hanno partecipato 3 mila genitori. Quindi, sono circa 8 mila gli adulti, insegnanti, educatori, genitori, che in 10 anni hanno conosciuto il Metodo e molti di questi hanno avuto la possibilità di trasferirlo ai bambini a scuola o in famiglia, soprattutto nelle regioni Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche. Sono 26 i formatori del Metodo che lavorano sul territorio nazionale, nelle regioni Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Veneto.
Nel 2013 escono Litigare con metodo di Daniele Novara e Caterina Di Chio, edito da Erickson, un manuale per gli insegnanti, che ha venduto finora 6 mila copie ed è stato tradotto in Germania e Litigare bene di Daniele Novara, edito da BUR Rizzoli, un manuale per genitori, che ha venduto finora oltre 20 mila copie e sta per uscire anche in Russia e in Cina; nel 2021, sempre per BUR Rizzoli, è uscito Io imparo a litigare di Daniele Novara e Marta Versiglia, un libro pensato apposta per bambini (3-6 anni) e genitori.
Attualmente, sono diverse centinaia le scuole pubbliche e private (nidi, scuole dell’infanzia, primarie) che utilizzano il Metodo Litigare Bene di Daniele Novara all’interno del loro piano educativo, anche grazie all’allestimento nelle classi del conflict corner, un angolo con tavolino e sedie, in cui i bambini si confrontano e litigano bene.
Questo Metodo prevede di seguire quattro passi: due indietro e due avanti.
Primo passo indietro: non cercare il colpevole.
I genitori e gli insegnanti non devono dare la caccia al colpevole e fungere da “giustizieri”. Gli adulti mantengono il ruolo dell’educatore non del giudice.
Secondo passo indietro: non dare la soluzione.
Non sono gli adulti a trovare la soluzione. Questo spegnerebbe il necessario apprendimento infantile. Inoltre non sempre la via d’uscita individuata può essere sostenibile da parte dei bambini. Se la pace viene fatta sulla base di un accordo trovato dagli adulti, dopo poco tempo la lite ricomincia.
Primo passo avanti: favorire la versione reciproca del litigio.
È fondamentale far parlare i bambini tra di loro: ognuno offre la sua versione dei fatti, dice quello che pensa. Attenzione: non la deve dire all’adulto, che rimane il facilitatore del loro dialogo, ma all’altro bambino/a.
Secondo passo avanti: favorire l’accordo creato dai bambini.
Gli adulti devono favorire l’accordo trovato dai bambini. Attenzione, l’accordo potrebbe anche non esserci “non voglio più giocare con lui/lei”. Anche in questo caso la situazione deve essere accettata così com’è. L’obiettivo diventa che i bambini imparino a parlarsi tra loro, a stare dentro situazioni di conflitto e a gestirsele in modo autonomo. Inoltre spesso i loro accordi sono lontani dalle previsioni adulte. Vanno rispettati.
Il Metodo ‘Litigare Bene’ di Daniele Novara è un’eccellenza italiana che sta girando nel mondo grazie anche alla pubblicazione di tre libri dedicati e ad alcuni progetti europei.
Nel 2015 è iniziato il primo progetto Erasmus “Educate”, dedicato alla formazione degli insegnanti sulla gestione dei conflitti. Attualmente è in corso il progetto europeo “Litigare a Scuola”, che si concluderà nel 2024 e coinvolge bambini e ragazzi da 2 a 18 anni.
Il progetto è realizzato con dieci partner di 5 paesi europei: Italia, Francia, Romania, Croazia e Malta. I partner italiani sono: CPP (ente capofila), Istituto internazionale per il diritto umanitario, Fondazione INTRO con la scuola d’infanzia ‘il Sassolino’, che usa da 10 anni il Metodo. In Croazia sono coinvolte quattro scuole con 200 ragazzi e 40 insegnanti. Inoltre, vengono organizzati regolarmente corsi di formazione anche in Russia e in Germania.
Mercoledì 31 agosto, dalle ore 9.30 alle ore 13.30, durante il convegno “Litigare bene si può”, che si terrà online, si darà spazio alla ricerca psicopedagogica e scientifica, sia alle tante esperienze che in questi anni si sono diffuse nella nostra penisola, ma anche in Europa, e che rappresentano un punto di riferimento e una speranza per dare alle comunità scolastiche, ai bambini, ai genitori e agli insegnanti una proposta efficace e pratica per migliorare le relazioni scolastiche.
Il convegno è aperto a genitori, insegnanti, educatori, allenatori. Interverranno:
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