Il guardasigilli Andrea Orlando ha parlato da Genova di “giustizia inefficiente” che in tempi di crisi economica “rallenta ulteriormente la crescita”.
Altro tema è la legge di riforma della responsabilità civile dei magistrati. “Siamo i primi a volere le riforme ma ci vuole coerenza, agli annunci devono corrispondere i fatti”: ha detto il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli durante una conferenza stampa, convocata in occasione dell’apertura dell’Anno giudiziario a Milano.
Dice invece da Bari, Maurizio Carbone, segretario nazionale dell’Anm. “La n’drangheta in Lombardia è un cancro”. E da Milano il presidente della Corte d’appello Giovanni Canzio sottolinea che “la forma di penetrazione e la veloce diffusione del potere della ‘ndrangheta all’interno dei diversi gangli della società lombarda può paragonarsi all’opera distruttiva delle metastasi di un cancro”.
La presenza mafiosa al Nord dunque per Canzio deve essere letta in termini non già di mera “infiltrazione”, quanto piuttosto di “interazione-occupazione”.
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Napoli: organizzazioni criminali dilagano al nord Idea ribadita a nord dal Presidente Antonio Bonajuto che ha evidenziato come “la dinamica delle organizzazioni criminali che, con caratteristiche autoctone e metodi mafiosi, dilagano ormai a macchia d’olio soprattutto nelle aree centro-settentrionali del Paese dove il mondo economico e politico ha palesato un’imprevista permeabilità alle infiltrazioni del crimine organizzato e – ha concluso – della delinquenza economica”.
Lecce: i gruppi criminali tentano di sostituire lo Stato, attenzione al mondo del calcio. E sempre dal sud arriva un altro allarme legato ai clan. Il presidente Marcello Dell’Anna sottolinea che “i gruppi criminali acquisiscono attraverso una modifica del rapporto con la società una sorta di legittimazione sostitutiva degli organi dello Stato”. In questo ambito vengono collocati da Dell’Anna anche “i segnali di infiltrazioni della criminalità in squadre di calcio, che si pongono come canali di riciclaggio dei proventi di attività illecite”.
Da Venezia il presidente della Corte d’Appello, Antonino Mazzeo Rinaldi denuncia il persistere di fenomeni che si riconducono a comportamenti illeciti di “pubblici funzionari, spesso collegati a fatti di notevole gravità, che vanno inquadrati nell’ambito del perdurante e preoccupante sistema di corruttela in materia di appalti e servizi della pubblica amministrazione, sottolineando l’influenza e l’impatto socio-economico del fenomeno stesso”. (rainews.it)