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La più giovane primaria d’Italia torna nel suo liceo: “Il classico non deve servire a qualcosa, rende cittadini del mondo”

Josephine Staine è la più giovane primaria d’Italia alla guida della Cardiologia di Camerino, un comune della provincia di Macerata, nelle Marche.

L’attaccamento alla vecchia scuola

Calabrese di 47 anni ex studente del Liceo Bernardino Telesio di Cosenza, si è laureata e specializzata nell’ateneo di Pisa. Intensivista, cardiologo clinico, ha rivolto l’attenzione al “nuovo” istituendo nel 2011 il primo ambulatorio cardio- oncologico marchigiano, diventandone Responsabile. Per nulla secondario il suo impegno nel Direttivo regionale Marche dell’Associazione nazionale che ha riunito oltre cinquemila medici cardiologi ospedalieri italiani. In questi giorni la Staine, contattata dall’ufficio stampa del suo vecchio Liceo, impegnato a riallacciare i fili dell’immenso patrimonio umano di ex telesiani oggi stimati o promettenti professionisti impegnati a vario titolo in giro per il mondo, ha voluto rendere una sua testimonianza di particolare attaccamento e riconoscenza al suo vecchio liceo, partendo da una piccola medaglia di Gerardo Sacco che l’accompagna da tempo e che le ricorda costantemente la sua Calabria.

Il liceo classico deve servire a qualcosa?

“Una domanda mi è stata posta, non molto tempo fa, da mio figlio: ma a cosa ti è servito il liceo classico? A cosa ti è servito per il tuo lavoro? Ed ha quindi sentenziato: a nulla mamma! La domanda non è rimasta senza risposta e mi ha comunque fatto riflettere. Il Liceo non ‘deve servire’, il Liceo ‘rende’ cittadini del Mondo, il Liceo alimenta e nutre le menti, le ‘spinge’ oltre i propri limiti’. Poi riflette su quello che ha significato per lei l’esperienza di studio al Classico Bernardino Telesio e non ha dubbi: “a questo Liceo devo la mia persona libera nel pensiero e nelle azioni, capace di esprimere il proprio dissenso dopo una accurata critica senza per questo disprezzare il pensiero altrui, attenta a non accettare presunte verità calate dall’alto, capace d’agire in modo consapevole e far proprio il senso civico, capace di capire che dal confronto nascono nuove idee e soluzioni.

Se si cerca nel Liceo classico un lascito materiale si è fuori strada. In tutti quei libri, per molti superati o ‘morti’, c’è quello che serve per diventare persone nel senso più alto e profondo del significato. Sorrido con tristezza quando sento dire che bisogna inserire nelle scuole nuovi insegnamenti come l’educazione sentimentale…beh, io credo che negli scritti dei grandi della letteratura moderna, classica greca e latina possiamo ritrovare tutto ciò che serve per formare giovani completi in umanità, sensibilità, senso del dovere, del rispetto per sé stessi e per gli altri, senso del puro e sano divertimento. Liceo classico ‘morto’? No. Credo siano dormienti le teste che lo pensano!”, queste le sue parole.

Redazione

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