“Sta piovendo plastica”: è l’allarme lanciato da uno studio americano cha ha scoperto una enorme quantità di microplastica presente nell’acqua. Un caso questa scoperta dovuta a un documentarista mentre analizzava campioni di acqua piovana nella zona delle Montagne Rocciose per studiare eventuali segnali di inquinamento da azoto.
I risultati sono stati sconvolgenti: “C’è più plastica là fuori di quanto sembri. È sotto la pioggia, è nella neve. Fa parte del nostro ambiente ora”. Lo scienziato parla di un “arcobaleno di fibre di plastica”. Una scoperta accidentale che però va a confermare un altro studio, stavolta svolto in Francia, dove analizzando acqua piovuta sui Pirenei si sono avuti risultati simili.
Non è quindi un problema isolato ma il dubbio, che si fa sempre più certezza, è che nell’intero pianeta, di fatto, davvero, ci stia piovendo addosso plastica. “Oltre il 90% dei rifiuti di plastica non viene riciclato e, man mano che si degrada lentamente, si rompe in pezzi sempre più piccoli.
“Le fibre di plastica provengono anche dai vestiti, ogni volta che li lavi e le particelle di plastica sono sottoprodotti di una grande varietà di processi industriali”.
E poi quelle particelle vengono incorporate nelle goccioline d’acqua quando piove, finendo dunque in fiumi, laghi, baie e oceani, filtrando anche naturalmente nelle fonti di acque sotterranee.
Una situazione molto grave di fronte alla quale anche il mondo della scienza non può che alzare le mani.
Tuttavia la parte della questione forse più allarmante è che ancora la scienza non ha nemmeno capito se sia un problema risolvibile.
Intanto si sa solo che certamente uomini e animali bevono, mangiano e respirano micro particelle di plastica, ora la priorità per la comunità scientifica mondiale è capire quali sono i danni per la salute, anche perché le microplastiche possono anche attrarre e legarsi a metalli pesanti come mercurio e altri prodotti chimici pericolosi, nonché batteri tossici.
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