Assunzioni limitate e ricorso massiccio alle supplenze per coprire i posti che rimarranno vacanti. Sono queste le novità contenute nello schema di decreto approvato di recente dal Consiglio dei Ministri. Le ragioni sono da ricercarsi nella necessità di non accumulare potenziali esuberi in vista della forte riduzione di personale, che sarà effettuata in applicazione del disposto delle ultime Finanziarie. Non è chiaro se i tagli previsti per l’entrata a regime della legge di riordino dei cicli scolastici saranno computati all’interno delle misure già previste, oppure no . Sta di fatto che il clima che si respira in questi giorni nelle scuole è di incertezza totale, sia per le innovazioni che si susseguono a tamburo battente, sia per la sorte che subiranno i posti di lavoro nei prossimi anni. D’altra parte, se la questione appare preoccupante per i docenti di ruolo che, in fin dei conti, rischiano "solo" di diventare soprannumerari e di andare in mobilità, per quanto concerne i precari la questione assume toni addirittura drammatici. E’ evidente che, stando così le cose, coloro che non riusciranno ad ottenere l’immissione in ruolo nella prima tornata, è molto probabile che perdano il treno definitivamente. D’altra parte, sebbene da più parti si faccia di tutto per tranquillizzare gli animi, la politica dei tagli non accenna a placarsi. Anche quest’anno, infatti, è presente in Finanziaria un articolo che dispone la riduzione del personale della Pubblica amministrazione di cui la scuola è parte integrante) nell’ordine di un ulteriore 1 per cento a regime dal 2003. Pertanto, sommando i vari provvedimenti, si giungerà ad una riduzione di organico nell’ordine di 45.000 cattedre. E questo inciderà massicciamente proprio sull’anello più debole della catena: i precari. Insomma, un problema molto grave, che potrebbe passare inosservato a causa della vertenza stipendi. Una questione importante, che rischia, però, di essere strumentalizzata in vista delle elezioni delle Rsu, previste per la metà di dicembre.