Quest’anno la falla maggiore a Napoli, fra tutte le altre, compresa l’edilizia, sembra verificarsi nel settore delle necessità proprie del purtroppo sempre ampio settore dei bambini e ragazzi disabili.
“Si aggiunga – scrive Giuseppe Galasso sul Corriere del Mezzogiorno– che parliamo di una realtà come quella napoletana in cui l’evasione dell’obbligo scolastico è tradizionalmente molto alta” e che non si è abbassata rispetto agli anni ’50, mentre le cause rimangono le stesse: “povertà, ignoranza, abitudini e pregiudizi inveterati, forti attrazioni alternative di accesso a facili e magari meschini guadagni, e così via”.
Un problema non secondario madi quelli massimi e prioritari. “Quando diciamo che la lotta alla malavita è innanzitutto un problema di cultura, a che cosa pensiamo, se non pensiamo subito alla scuola? Quando diciamo che i problemi dello sviluppo economico e civile sono innanzitutto i problemi di una potenziata formazione culturale, a che cosa pensiamo se non alla scuola?”, scrive Galsso.
“Qui da noi, la renitenza alla scuola si ha nel quadro di una società che è ancora in alta misura al di qua della scuola. Ed è quindi anche per questo non lieto contesto che da noi assicurare normalità e immediata funzionalità ed efficienza alla riapertura dell’anno scolastico assume un’importanza straordinaria e trascende di molto la questione di una buona amministrazione quale quella che tutti, in tutti i campi della vita sociale, desidereremmo”.
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