Il futuro è dei giovani, ma serve una giusta formazione per vincere le sfide della complessità, dell’emergenza, della crisi che caratterizza questo particolare momento storico segnato dalla pandemia Covid-19.
La politica per definizione è ”la ricerca del bene comune” e i ragazzi lo sanno, i politici meno, si rivelano “impreparati e distratti”.
Per questo è nata la “Scuola di formazione politica per il bene comune”, apartitica, promossa dalla Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con l’Associazione catanese “Futurlab”.
Su tema: “Democrazia, sovranità popolare e decisione politica” in videoconferenza sono intervenuti, diversi relatori e, dopo il saluto istituzionale del vicensindaco di Catania, Roberto Bonaccorsi, ha preso la parola, il dirigente generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Francesco Tuffarelli, docente di Diritto all’Università Roma 3, il quale, su sollecitazione del giornalista moderatore, Giuseppe Di Fazio, ha spiegato agli studenti di quinto anno del Liceo “Cutelli” e del Liceo “Turrisi Colonna” e ai soci partecipanti di Futurlab l’interpretazione del termine “democrazia”, intesa non come “potere del popolo”, bensì spazio di condivisione che “dà la parola al popolo”, realtà multiforme di persone orientate alla civile convivenza.
Nel percorso storico della democrazia i Padri Costituenti hanno tracciato le linee operative delle procedure di elezione dei rappresentanti del popolo al Senato e alla Camera dei Deputati, secondo la “tirannia dei numeri”, poteri e compiti che oggi appaiono circoscritti e limitati dai numerosi DPCM e da una prevalenza non di partiti, ma di leader, figure uniche, che diventano segno e simbolo d’idee e d’indirizzi operativi.
Il vero e autentico politico, delegato dal popolo, dovrebbe progettare pensando non alle prossime elezioni, bensì alle generazioni future, con lo sguardo proteso al domani, al futuro, al bene comune dei cittadini, al progresso della Nazione.
Rileggendo e commentando l’art. 41 della Costituzione, ha esposto la sintesi delle diverse “anime” e “correnti politiche” che i Padri Costituenti hanno aggregato fondendo l’idea liberale dell’iniziativa economica libera; la dimensione socialista: “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale”; la necessità del rispetto delle regole: “La legge determina i programmi e i controlli opportuni” che corrisponde alla linea politica della democrazia, protesa anch’essa “indirizzata e coordinata ai fini sociali”.
La dimensione sociale e della sussidiarietà è stata sviluppata dal prof. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, il quale nel ricevere a Milano per la festa di S. Ambrogio, il riconoscimento civico dell’Ambrogino d’oro, ha citato l’espressione: “La città si costruisce dal basso”.
Con una visione olistica ha tracciato il percorso dei 150 anni della sussidiarietà elencando i numerosi interventi sociali che connotano la vita economica, sociale e culturale della nostra Italia.
Le Casse rurali, Casse di risparmio, Casse depositi e prestiti, il risparmio postale, le Leghe, le Cooperative, la Coldiretti, il Banco alimentare, sono tutte iniziative che hanno avuto illuminati fondatori, tra i quali Luigi Sturzo ed hanno risposto ai bisogni sociali della gente, dei contadini e dei commercianti. Corre sul filone della sussidiarietà anche la cultura della proprietà privata, l’Istituto delle Case popolari e l’edilizia cooperativa, che assicura ai cittadini la casa, come bene prioritario.
In questo percorso storico il prof. Vittadini ha riletto anche i 70 anni della Repubblica analizzando le differenze tra la prima e la seconda Repubblica: la crisi dei partiti, che oggi appaiono di “plastica”, tangentopoli, la crisi della famiglia, e la crisi della democrazia, nella quale prevale o l’individuo, o la piattaforma con il sondaggio di opinione, che hanno ribaltato il concetto di democrazia nella formula orientata verso “un uomo solo al comando”.
La soluzione alle molteplici crisi, secondo Vittadini è da ricercarsi nella necessità di una “sfida educativa” che rimette al centro il corpo sociale e valorizza la creatività, il capitale umano, le character skills, integrando le abilità cognitive con: energia, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, resilienza e apertura mentale.
La sfida educativa trova risposta nell’Educazione civica che l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione Roberto Lagalla, ha definito “pedagogia della democrazia”. Nel suo intervento ha commentato il graduale percorso di miglioramento che la Sicilia aveva fatto registrare in merito alla dispersione scolastica, riportandola dal 24% al 20% e ora, dopo il lockdown e la “didattica a distanza” si è resa ancor più profonda la ferita della dispersione ed è di nuovo risalita al 22,5%.
Anche l’intervento del Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione, Luigi Fiorentino, ha seguito il percorso della sfida educativa evidenziando l’impegno di valorizzare il “capitale umano”, di elevata qualità ed elevata forza, condizione di successo per una scuola efficace ed un’azione educativa che necessita sempre più di una maggiore formazione e attivo aggiornamento.
Il dirigente del Liceo “Turrisi Colonna”, Emanuele Rapisarda ha ringraziato i docenti, gli studenti, la collega del Liceo “Cutelli” Elisa Colella, e il presidente di Futurlab, Antonio La Ferrara, che ha introdotto e concluso l’intensa giornata scolastica, vera lezione di educazione civica e prospettiva di una “politica alta” che si potrà realizzare mediante il coinvolgimento e la formazione di giovani responsabili e attenti alla logica del “bene comune”.
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