La polizia è stata chiamata dalla dirigenza scolastica perché il bambino, Connor Ruiz, “disturbava” ed era “incontrollabile”. Così gli agenti, appena arrivati, lo hanno ammanettato e, una volta fatto salire a bordo della loro auto, gli hanno anche bloccato le gambe; poi, lo hanno portato in un centro medico per un controllo.
La madre del bambino, Chelsea Ruiz, ha dichiarato al quotidiano locale Watertown Daily News di essere “scioccata e arrabbiata”. “Un agente mi ha detto che hanno dovuto mettergli le manette ai polsi e alle caviglie per la loro sicurezza. Io gli ho risposto che è ridicolo: come può qualcuno avere paura per la propria sicurezza davanti a un piccolo bambino di cinque anni?”.
Un portavoce della polizia, Jack Keller, ha giustificato l’operato degli agenti perché il bambino era “combattivo e incontrollabile”: “urlava, scalciava, dava pugni e morsi”. “La nostra preoccupazione era per lui, per lo staff scolastico e per gli altri studenti” ha detto Keller. Non è comunque il primo caso negli Stati Uniti: il Guardian ricorda quello di un bambino di quattro anni, avvenuto lo scorso dicembre, e di una bambina di nove anni, nel 2013, entrambi ammanettati.
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