Secondo una ricerca del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione condotta in 33 scuole primarie, che ha coinvolto 2.800 bambini e 200 insegnanti, si viene a sapere che studiare le poesia con la rima aiuta gli alunni a sconfiggere la povertà lessicale, quella che, in altre parole, secondo i sondaggi Ocse-Pisa, pone i nostri scolari agli ultimi posti nelle classifiche europee.
Infatti è proprio la povertà lessicale che limita la comprensione di un testo e che impedisce di capire, con l’avanzare delle scuole, i testi che nel frattempo diventano sempre più complessi.
Da qui l’incentivazione dello studio della poesia in rima che “Riesce – si legge sulla Stampa che commenta la ricerca- a dare ricchezza perché ha un linguaggio scelto facilmente memorizzabile, ha le rime, è musicale. Ai bambini piace”.
“Le poesie, messe a disposizione delle maestre -scrive sempre la Stampa- su una pagina web sono state 200, tutte di grandi poeti italiani del ’900. «A distanza di tempo le parole delle poesie erano state conservate e venivano reimpiegate. La poesia tocca le emozioni, si fa ricordare”.
“La metrica è gioco, le parole strane affascinano i bambini”
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