Come è possibile che il permanere del precariato nella scuola costa ogni anno la bellezza di 264 milioni di euro in più?
Per il segretario dello Snals, tutti i 300mila precari, tra quelli che lavorano anche solo qualche giorno e quelli con incarico annuale, e il personale di ruolo prendono, a seconda del profilo professionale, la stessa retribuzione su cui gravano gli stessi oneri.
C’è una sola e importantissima differenza: per il personale a tempo determinato l’Amministrazione versa all’Inps l’1,61 per cento sullo stipendio mensile, ai fini della corresponsione delle due nuove indennità mensili introdotte dalla legge 92/2012 (l’ASpI e la mini-ASpI) per il sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che perdono involontariamente l’occupazione.
Sullo stipendio medio annuale lordo (calcolato sulle diverse categorie di personale) di 31.305,25 euro, la differenza in più per ciascun precario è di 2.641,70 euro che, moltiplicata per i 100mila precari, dà un costo in più per lo Stato di 264.170.000,00 euro.
Perché, allora, non risolvere il problema del precariato scolastico, giungere a un unico organico di diritto e far risparmiare alle casse statali ben 264 milioni l’anno – cui vanno aggiunti i costi burocratici per le assunzioni e i licenziamenti annuali?
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