La preside: andremo in gita, ma senza l’alunno down perchè non capisce. I compagni: allora non va nessuno

“Ragazzi, ora vi comunico le date delle gite di fine anno. Però mi raccomando, non lo dite al vostro compagno down. Il motivo? Non potrà partecipare perchè è malato, non comprende e quindi è inutile che faccia parte del gruppo”. È andata più o meno così la conversazione avviata dalla dirigente scolastica di un istituto comprensivo di Catanzaro con gli alunni di una terza classe, nel giorno in cui lo studente affetto dalla nota sindrome di down era assente. Un’uscita inaspettata, incurante delle più elementari norme, anche non scritte, sull’integrazione formativa. Ma ancora più sorprendente è stata la riposta della classe: a nome dei compagni, con la preside ancora intenta a fare la sua opera di convincimento, un’alunna “si è alzata in piedi e ha detto che se le cose stavano così preferivano rinunciare tutti alle gite”.
La vicenda è stata raccontata il 23 febbraio da Ida Mendicino, responsabile del Coordinamento regionale per l’Integrazione scolastica della Calabria, che da alcuni mesi segue le vicende della famiglia del giovane. “A gennaio c’è stato già un primo episodio, quando il ragazzo down non era stato autorizzato a partecipare a una uscita didattica di un giorno – ha spiegato Mendicino – ma la madre era intervenuta, ‘barricandosi’ a scuola e minacciando di non andarsene fino a che non avessero acconsentito alla presenza del figlio”. Una presa di posizione sicuramente forte, che però non ha determinato alcun cambiamento nel modo di agire della dirigente. “Purtroppo ha continuato con questi atteggiamenti discriminatori e circa 10 giorni fa, mentre il giovane era in bagno, si è recata nella classe del ragazzo e ha chiesto a docenti e ragazzi di non fargli sapere le date delle prossime gite, dicendo che altrimenti le avrebbe annullate per tutti e sostenendo che il ragazzo era malato, non capiva niente ed era inutile che partecipasse”.
Mendicino non ha dubbi: “a parte il gesto negativo della preside vogliamo sottolineare la bella risposta degli alunni, un segnale di maturazione e cambiamento che sia di stimolo verso tutti gli altri ragazzi. Per ora non ci sono state denunce penali, ma abbiamo scritto agli uffici scolastici regionale e provinciale, e per conoscenza al ministero dell’Istruzione, affinchè gli organi preposti facciano le necessarie verifiche e semmai impongano le sanzioni del caso”. Secondo la rappresentante del coordinamento pro-disabili bisogna tenere alta la guardia, perchè “purtroppo in questo periodo di gite scolastiche sono numerose le segnalazioni su questi temi, sono in molti a dimenticare gli studenti con disabilità”.
Studenti, aggiungiamo noi, che spesso le scuole accolgono a braccia aperte (anche perché un disabile abbatte anche del 30% la quota minima necessaria per la formazione delle classi). Ma che poi durante l’anno scolastico non sempre trattano con le attenzioni che meritano: delle attenzioni verso ragazzi ‘speciali’, ma non per questo diversi da tutti gli altri.
Alessandro Giuliani

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