La preside nel salutare, con una lettera di commiato, i genitori dell’istituto che ha diretto per tanti anni e che raccoglie alunni dalla materna alla scuola secondaria di primo grado, è stata dura con certa utenza, a suo dire troppo disinvolta nel dare esempi non del tutto positivi ai figli. Come è prevedibile la lettera ha suscitato polemiche e ira proprio da parte dei genitori alcuni dei quali evidentemente si sono sentiti tirare in ballo.
Infatti nella missiva la preside scriveva pure: “Le signore agée che esordiscono cercando visibilità negli organi collegiali in minigonna e calze a rete perché si lamentano poi se le figlie, non proprio silfidi, vengono sbeffeggiate dai compagni di classe? I simpatici promotori di chat di classe, che appena costituito il gruppo cominciano ad azzannarsi tra loro con turpiloquio e minacce, perché si lamentano quando poi tra i figli si producono episodi di violenza e bullismo?».
La preside stigmatizza, secondo quanto riporta Il Messaggero, proprio «la grande confusione di ruoli, e incertezze da cui discendono inutili conflittualità… Ma non bisognerebbe mai dimenticare che la scuola, come ci insegnano anche eminenti psicologi, è un dispositivo, come la caserma, il convento, o il carcere, che trae la propria efficacia da un sistema di regole».
Sulla pagina Fb dei genitori degli alunni dell’Istituto in questione, intanto infuria la polemica.
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