Attualità

La preside di Firenze ha fatto propaganda politica condannando chi difende i confini e l’identità del popolo: due prof universitari stanno con Valditara

Continua ad essere alta l’attenzione pubblica sull’aggressione del liceo Michelangiolo di Firenze dello scorso 18 febbraio, soprattutto sulla circolare della dirigente scolastica di un altro liceo del capoluogo toscano, Annalisa Savino, inviata famiglie e studenti tre giorni dopo, con le successive critiche espresse dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Sul tema, pubblichiamo alcune osservazioni realizzate per ‘La Tecnica della Scuola’ dai docenti accademici Francesco Saverio Cataliotti, professore ordinario di Fisica della materia all’Università di Firenze, e Alberto Aloisio, professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Napoli Federico II.

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In relazione alla discussa vicenda della lettera della preside del liceo “Da Vinci” di Firenze, e alle polemiche che ne sono seguite, vorremmo esporre alcune riflessioni partendo dal testo della lettera, nonché dalle parole effettivamente pronunciate dal ministro Valditara.

Per quanto concerne il primo punto, ossia il testo della lettera, constatiamo che, come atto formale del suo ufficio, quindi su carta intestata del suo liceo, la preside Savino non solo ha denunciato un (imminente) pericolo fascista rispetto al quale non vi è alcuna evidenza empirica (e questo allarme non giustificato dai fatti è di per sé discutibile), ma ha anche espresso giudizi moralmente gravi su posizioni culturali e politiche proprie della maggioranza di governo.

Infatti, nel dettaglio, sono stati presentati come veri e propri “disvalori” due elementi tematici che sono tipici, in realtà, non solo dell’offerta politica dell’attuale maggioranza di centrodestra, ma più in generale della nostra storia come Paese (pensiamo al Risorgimento). Ci riferiamo al fatto di “decantare il valore delle frontiere” e a quello di “onorare il sangue degli avi”.

Queste due posizioni, che sono pienamente legittime e che esprimono temi identitari per due dei partiti dell’attuale maggioranza (rispettivamente la Lega e FdI), sarebbero invece, a detta della preside, espressione di vero e proprio fascismo; e dovrebbero di conseguenza essere considerati come pericolosi e destabilizzanti per l’assetto politico-sociale del nostro Paese. E le forze politiche, che hanno queste posizioni come temi caratterizzanti, sarebbero da isolare e da condannare. Pur essendo forze democratiche, presenti da molto tempo nel parlamento italiano e in quello europeo, pienamente legittimate da un recente voto popolare a governare sia a livello centrale che in molti territori regionali.

Riteniamo che, con la sua allusione a un rischio di ritorno del fascismo proprio per via dell’esistenza dell’attuale maggioranza di centrodestra (perché è questo il meta-messaggio contenuto fra le righe della lettera), la preside Savino sia venuta meno al rispetto del principio di neutralità dell’azione didattica rispetto alle forze politiche presenti nel parlamento della Repubblica. Bene ha fatto, la preside, a sottolineare il ripudio di ogni forma di violenza e l’importanza di mantenere un’adeguata sensibilità sociale nei confronti della violenza stessa. Riteniamo invece che sia stato un errore, da parte sua, nella veste ufficiale di dirigente di un’importante istituzione scolastica, promuovere una mobilitazione con un appello a “combattere”, “isolare” e “qualificare con il loro nome” ovverosia come fascisti, coloro che credono nella importanza dei confini e nel rispetto dell’identità di un popolo. In sintesi, nella lettera della professoressa Savino ci pare di ravvisare l’utilizzo di un fatto, di cui oltretutto non è ancora nota la reale dinamica, per fare una implicita propaganda politica.

Poiché riteniamo che la scuola, come istituzione, debba evitare qualsiasi forma, diretta o indiretta, di “indottrinamento politico”, siamo fermamente convinti che il ministro Valditara abbia fatto bene a dare un segnale chiaro, riguardante la necessità di mantenere, nell’esercizio dell’attività didattica, il principio di neutralità rispetto alle forze parlamentari. Promuovendo, semmai, la conoscenza e la comprensione della politica nel suo complesso, senza privilegiare né penalizzare alcuna forza, come parte del processo di formazione di una matura coscienza civica nei giovani studenti.

Posto dunque che la critica formulata dal ministro ci pare pienamente legittima, alla luce di quanto contenuto nel testo della lettera, vorremmo anche osservare come il ministro stesso non abbia in alcun modo annunciato provvedimenti nei confronti della professoressa Savino per la lettera in sé. Ha infatti testualmente affermato di non ritenere opportuno alcun provvedimento.

Spiace dunque e l’incapacità di cogliere l’essenza dei problemi posti dal Ministro e l’improprio utilizzo delle parole pronunciate da lui stesso.

Francesco Saverio Cataliotti e Alberto Aloisio

Redazione

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